L’evasione fiscale e contributiva continua a essere la spina nel fianco dell’Italia.
Secondo la stima del Centro studi di Confindustria, essa ammonta a 122,2 miliardi di euro nel 2015, pari al 7,5% del pil, solo la Grecia fa peggio di noi. In particolare, al fisco vengono sottratti ogni anno 40 miliardi di Iva, 23,4 di Irpef, 5,2 di Ires, 3 di Irap, 16,3 di altre imposte indirette e 34,4% di contributi previdenziali. Confindustria calcola in un 3,1% di maggiore pil e in oltre 335 mila occupati aggiuntivi il bilancio del dimezzamento dell’evasione.
E a proposito di pil, il Centro Studi di Confindustria rivede al ribasso le stime per il 2015 (da +1% a +0,8%) e per il 2016 (da +1,5% a +1,4%). La differenza è dovuta ai nuovi dati trimestrali diffusi dall’Istat a dicembre, che hanno peggiorato di uno 0,1% il trascinamento dal 2014 al 2015, e a un 3° trimestre meno positivo di quanto atteso (+0,2% rispetto a +0,4%).
La variazione acquisita per il 3° trimestre 2015 è pari a +0,6%; con l’incremento congiunturale previsto dal CsC per il 4° trimestre e tenuto conto del differente numero di giorni lavorativi (3 in più quest’anno rispetto al 2014, che incidono per +0,12 punti), la variazione media annua nel 2015 si attesta appunto a +0,8%.
Inoltre, il pil dovrebbe crescere dell’1,3% nel 2017. Nel dettaglio, il CsC stima che l’incremento del pil procederà con variazioni trimestrali più alte nel corso del 2016, pari a un +0,4% medio trimestrale, per poi frenare leggermente nel 2017 (+0,3%).
“Il vero rebus è il mancato decollo della ripartenza italiana”, spiega il Csc, secondo cui “la ripartenza dell’economia italiana non ha avuto lo slancio atteso nei mesi estivi”. Tuttavia, “nei mesi autunnali si è consolidata la ripartenza dell’economia italiana, cominciata dopo le due recessioni ravvicinate patite dall’inizio della crisi nel 2007 e che hanno lasciato segni profondi nella capacità produttiva e nel benessere delle persone. Alla seconda fase di profonda contrazione del pil, iniziata nel 3° trimestre del 2011 e finita nel 4* trimestre del 2014, sta seguendo un recupero lento che, invece di accelerare come atteso sulla base delle condizioni esterne, dei primi effetti delle riforme e degli indicatori qualitativi, ha perso forza nel corso del 2015”. Di fatto, continua il CsC, il passo dell’economia italiana sostanzialmente non muterà rispetto quanto osservato nel corso del 2015.
Da questo punto di vista rimangono “rischi al rialzo”, per la possibilità di effetti più ritardati del previsto delle potenti spinte derivanti dai fattori esterni.
Va al fisco più della metà del reddito delle famiglie. Più della metà del reddito delle famiglie italiane va al fisco. Nel 2015 una famiglia composta da una coppia di lavoratori dipendenti con un figlio in età scolare, destina il 54,9% del reddito al pagamento dei contributi sociali e delle imposte, dirette e indirette. L`esborso più sostanzioso “è effettuato direttamente con le trattenute sulla busta paga, comprese quelle che non vi figurano perché a carico del datore di lavoro”. A fronte di un costo del lavoro dipendente pari a circa 73mila euro annui, il 35,2% è destinato ai contributi (di cui il 28,4% a carico del datore di lavoro) e il 13% per il pagamento dell`Irpef, comprensiva di addizionale regionale e comunale. L`insieme delle retribuzioni nette della famiglia “ammonta quindi a poco più della metà del costo sostenuto dai datori di lavoro: 37.701 euro, pari a 2.900 al mese”. Tale somma è destinata per l`89,3% alla spesa familiare, il cui valore comprende il pagamento di imposte indirette sui consumi (principalmente Iva, ma anche accise sui carburanti e sui tabacchi) e di tributi destinati agli enti locali (come, ad esempio, la tassa per lo smaltimento dei rifiuti e il bollo auto) per complessivi 4.880 euro, pari al 14,5% della spesa in consumi e al 6,7% del reddito da lavoro (ovvero del costo del lavoro). Il carico fiscale e contributivo che grava sulla famiglia “è dunque molto più elevato della pressione fiscale totale, pari al 43,2% del pil”.
Alto il rischio di deflazione, +0,5% in 2016. Il rischio di deflazione resta molto alto. Nello scenario del CsC, la dinamica dei prezzi al consumo in Italia salirà gradualmente nel 2016, allontanandosi dallo zero, ma in media si attesterà allo 0,5%, dallo 0,1% nel 2015 e arrivera’ allo 0,9% in media nel 2017.
Nel triennio saranno creati 650 mila posti, ma il tasso rdi disoccupazione resterà alto. Nel triennio 2015-2017 saranno creati 650 mila posti di lavoro che portano a 815 mila il totale da quando sono ricominciati ad aumentare. Ma, nonostante il recupero dell’occupazione sono 8 milioni le persone a cui manca il lavoro in tutto o in parte. Il tasso di disoccupazione continuerà a scendere nei prossimi due anni ma resterà alto, perché “con il consolidarsi dell`attività economica crescerà anche la forza lavoro, come testimoniato dal netto miglioramento delle attese dei consumatori sulle prospettive del mercato del lavoro”.
Nel 2015 sarà in media del 12%. Nel 2016, nonostante una forza lavoro che aumenta (+0,4% in media d`anno), scenderà all`11,6% e calerà ancora all`11,1% nel 2017. Nel mercato del lavoro italiano permarrà un ampio bacino di persone a cui manca lavoro (in tutto o in parte): ai quasi 3 milioni di disoccupati nel terzo trimestre 2015 (+77,9% rispetto a sette anni prima) bisogna aggiungere gli occupati part-time involontari (2,7 milioni, +105,8%) e i non-occupati che sarebbero disponibili a lavorare ma non hanno compiuto azioni di ricerca attiva (1,6 milioni,+61,8%) oppure stanno aspettando l`esito di passate azioni di ricerca (787mila, raddoppiati). In totale, si tratta di quasi 8 milioni di persone (+105,7%, ossia raddoppiati).
Un`altra misura del deterioramento del mercato del lavoro durante la crisi è l`ormai elevatissimo stock di disoccupati di lunga durata: nel terzo trimestre 2015 le persone alla ricerca di un impiego da almeno dodici mesi erano 1,6 milioni (+128,1% rispetto al terzo 2008), quasi il 60% del totale dei disoccupati.
Mese: dicembre 2015
Giuseppe Catapano: Eurozona, rivista al rialzo l’inflazione a novembre: +0,2% a/a (-0,1% rispetto a ottobre)
L’indice dei prezzi al consumo nell’area euro a novembre, secondo la lettura definitiva, è salito dello 0,2% rispetto a un anno fa, in rialzo rispetto al consenso e al preliminare entrambi al +0,1%.
Lo ha reso noto Eurostat aggiungendo che su base mensile l’indice dei prezzi al consumo è calato dello 0,1% (-0,2% le attese e il preliminare). Anche per l’Italia la stima è 0,2%.
L’indice dei prezzi core, che esclude le componenti dell’energia, degli alimenti e dell’alcool, è infine aumentato dello 0,9% su base annuale, in linea al consenso, ed è calato dello 0,2% a livello mensile.
Giuseppe Catapano: Senato vota la fiducia sul Dl Giubileo. Lega: un “decreto marchette”
Via libera dell’aula del Senato alla fiducia sul dl Giubileo. I si’ sono stati 160, i no 115. Adesso il provvedimento passa all’esame della Camera. “Questo altro non e’ che un decreto marchette. E lo si utilizza per fare campagna elettorale. Si sono trovati 800 milioni a fine anno e come li si utilizza? Male, malissimo! Se hai 800 milioni, risolvi un problema serio com’e’ quello degli esodati. E invece che cosa ha fatto il governo? Ha addirittura rubato – uso il termine vero – 400 milioni dal fondo degli esodati”. Lo ha detto in aula Silvana Comaroli senatrice della Lega Nord durante la dichiarazione di voto al Dl Giubileo. “Degli 800 milioni, alcuni sono stati assegnati per i rifiuti della Campania e ci chiediamo come sia possibile che, a distanza di vent’anni, questo problema esista ancora e che si debbano ancora assegnare fondi. Altri sono finiti al Comune di Reggio Calabria che ha gia’ preso soldi, visto che ha avuto l’anticipazione per il pagamento dei debiti, ma con questo decreto si consente la non restituzione. In ultimo, ci siamo trovati il solito emendamento sugli LSU della Calabria, cui vengono destinati 50 milioni. Mi chiedo solo per quali ragioni si parli sempre ed esclusivamente degli LSU della Calabria. Se queste non sono inutili marchette elettorali – conclude Comaroli – di certo non sono interventi utili per la crescita e lo sviluppo di nessuno”.
Giuseppe Catapano: Cina, la PboC stima che la crescita resterà sotto il 7% sia quest’anno sia il prossimo
In un working paper dei ricercatori della Banca Centrale cinese, pubblicato oggi, si afferma che l’economia di Pechino dovrebbe crescere quest’anno del 6,9%.
Una decelerazione viene prevista anche per il 2016, con un tasso di crescita preventivato al 6,8%. A impattare negativamente, afferma la ricerca condotta da Ma Jun, capo economista della PBoC, saranno un’eccedenza nella produzione industriale congiunta a una fiacca domanda globale di beni cinesi, oltre che un aumento di prestiti scadenti da parte delle banche.
Il gruppo di ricerca afferma poi che le misure di stimolo messe in campo dal governo inizieranno ad avere i loro effetti tra la fine dell’anno e la prima metà del 2016.
Invece, per quanto riguarda gli investimenti nel settore immobiliare, fermi per via di un eccesso di abitazioni, si prevede una stabilizzazione a cui seguirà una lenta ripresa.
Gli economisti prevedono poi che il tasso d’inflazione crescerà quest’anno dell’1,5% a/a, decisamente sotto il target del 3% stabilito dal governo. L’export registrerà una contrazione del 2,9% a/a mentre le importazioni soffriranno un tonfo del 14,8%.
Infine, gli investimenti fissi dovrebbero crescere del 10,3% a fine anno rispetto al +15,7% del 2014. La vendita al dettaglio ha rallentato invece al 10,8% dal +12% fatto registrare alla fine dell’anno passato.
Giuseppe Catapano: Fisco, Padoan, quasi pronti i rapporti chiesti a Ocse e Fmi
Le agenzie fiscali “sono uno strumento fondamentale” nella lotta all’evasione, per questo il “ministero dell’Economia e delle Finanze ha chiesto a Ocse e Fmi due rapporti indipendenti ma simultanei per vedere in che modo applicare le best practise. I rapporti sono in corso di elaborazione, sono quasi pronti e saranno utili”.
Lo ha detto il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, alla presentazione dello scenario economico del Centro Studi di Confindustria.
“Guardare fuori” dai propri confini può aiutare; “imparare dagli altri è sempre utile anche quando si sbaglia se ci sono delle nuove pratiche”, ha concluso.
Giuseppe Catapano: Brunetta prevede che i conti salteranno e che si renderà necessaria una manovra correttiva in primavera
“Signor presidente del Consiglio, la sua narrazione si sta rivelando, giorno dopo giorno, sempre piu’ incredibile, vuota, imbarazzante”. Lo ha detto Renato Brunetta, capogruppo FI alla Camera intervenendo in Aula a Montecitorio dopo le comunicazioni del presidente del Consiglio, Matteo Renzi. “Lei ieri sera a ‘Porta a Porta’ ha dato la notizia dei 450 italiani a Mosul senza averne informato prima il Parlamento. Si rende conto di tutto questo? – ha aggiunto Brunetta – si svilisce un intervento ad alto rischio lasciando aperti gravi interrogativi”. “In Libia stiamo favorendo il lavoro della diplomazia. L’Italia fara’ la sua parte sulla base delle richieste che i libici faranno e che la comunita’ internazionale riterra’ utile per dare aiuto alla stabilizzazione del Paese”. Il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, spiega così l’operazione in Libia. A Mosul “non andiamo a combattere bensi’ a compiere interventi per preservare la diga, un’infrastruttura fondamentale per il futuro dell’Iraq, che se abbandonata rischia di provocare un grave danno ambientale”, ha concluso. Ma lo scambio polemico tra Matteo Renzi e Renato Brunetta, durante le comunicazioni del presidente del Consiglio alla Camera in vista del Consiglio europeo, ha riguardato anche altri argomenti. Il premier stava parlando del bonus giovani previsto dal governo quando il capogruppo di Fi lo ha interrotto. Renzi, a quel punto, ha replicato: “Si può discutere dell’iniziativa del governo, bonus non bonus… Certo, chi sostiene che sia una mancia elettorale ignora che non ci sono elezioni e che i 18enni non sono in vendita, non si fanno lavare il cervello con un piccolo bonus”. Quindi, il premier si è rivolto direttamente a Brunetta: “E allora bisognerebbe ricordare – caro ex ministro di governi precedenti – che non si taglia sulla cultura, sulla scuola, sull’educazione, che non si taglia su ciò che è più forte per un paese civile. Che non serve a niente continuare a dire dappertutto che dobbiamo farci valere in Europa se quando siamo andati in Europa ci siamo dimenticati di dire chi eravamo e cosa potevamo portare al dibattito europeo”. L’Italia sarà costretta a fare una manovra correttiva in primavera. Il capogruppo di Fi a concluso così il suo discorso: “Le previsioni di crescita del governo sono dimezzate. Saremo costretti a una manovra correttiva in primaveraà”. Brunetta si ferma un attimo per interloquire con il governo: “La verità fa male, lo so. Rida pure signor presidente del Consiglio. Lei ha fatto una legge di stabilità fatta di marchette, totalmente in deficit. Gli italiani lo sanno e se ne ricorderanno”.
Giuseppe Catapano: Patent box, in chiaro le procedure di ruling
Patent box, dalle Entrate il provvedimento e la circolare. L’Agenzia ha pubblicato nella mattinata di oggi le disposizioni concernenti l’accesso alla procedura di accordo preventivo connessa all’utilizzo di beni immateriali ai sensi dell’articolo 1, commi da 37 a 45, della legge 23 dicembre 2014, n. 190.
Il ruling – Per avviare la procedura di ruling, i soggetti titolari di reddito di impresa devono inviare alle Entrate apposita istanza in carta libera, tramite raccomandata con avviso di ricevimento o direttamente all’ufficio, contenente alcune informazioni di carattere elementare relative al contribuente, alla tipologia di bene ed alla tipologia di attività di ricerca e sviluppo svolta. Una copia dell’istanza e della relativa documentazione dovrà essere prodotta anche su supporto elettronico. La documentazione relativa all’istanza potrà essere presentata o integrata entro 120 giorni dalla presentazione dell’istanza, insieme ad eventuali memorie integrative, sempre tramite raccomandata con avviso di ricevimento o direttamente all’ufficio, che rilascerà un’attestazione di avvenuta ricezione. Gli uffici dell’Agenzia delle Entrate inviteranno in seguito l’impresa a comparire per mezzo del suo legale rappresentante per verificare la completezza delle informazioni fornite, formulare eventuale richiesta di ulteriore documentazione ritenuta necessaria e definire i termini di svolgimento del procedimento in contraddittorio. La procedura sarà, infine, perfezionata tramite la sottoscrizione di un accordo da parte del responsabile dell’ufficio competente dell’Agenzia e di un responsabile dell’impresa.
Giuseppe Catapano: Consulta, si vota. Favoriti Pitruzzella-Barbera-Sisto
E’ iniziata in aula alla camera la seduta comune del parlamento per l’elezione di tre giudici costituzionali: si tratta rispettivamente del ventottesimo, settimo e quinto scrutinio. Il quorum richiesto è tre quinti dei componenti l’assemblea, ovvero 571 voti. Secondo quanto ha dichiarato Renato Brunetta, capogruppo di Fi a Montecitorio, dovrebbe risultare eletta la terna composta da Augusto Barbera, Francesco Paolo Sisto e Giovanni Pitruzzella. “Mi auguro proprio di sì, ci sono tutte le condizioni per arrivarci”, ha spiegato . “Noi abbiamo ribadito il nostro candidato, come abbiamo ribadito la terna Barbera-Sisto-Pitruzzella. Pensiamo che non ci debbano essere più dispersioni nel voto, che prevalga l’interesse nazionale e penso che oggi si arriverà alla fumata bianca”. Se non si dovesse sciogliere il nodo nemmeno oggi, i presidenti delle Camere hanno “minacciato” di riconvocare la seduta comune nel corso delle festività natalizie: “Io non ho alcun problema – ha commentato Brunetta – tanto non vado in vacanza, sono sempre qui”. Anche il Pd convergerà sulla terna concordata, mentre il gruppo Per l’Italia-Centro democratico ha fatto sapere che voterà Barbera, ma non Pitruzzella e neanche Sisto. Con la terna proposta da Pd e Fi si sono schierati anche i deputati e i senatori di Area Popolare e Lega Nord. Protestano invece il MoVimento 5 Stelle, che parla di inciucio e spartizione partitocratica, e Sinistra italiana, che voterà scheda bianca e ritiene “irresponsabile”, come ha detto il deputato Alfredo D’Attorre, “l’insistenza del Pd su tre nomi per la Consulta così caratterizzati in senso partitico. Si rischia di determinare un’altra fumata nera e di protrarre uno stallo grave che incide sul funzionamento della Consulta”, ha concluso D’Attorre.
Giuseppe Catapano: A ottobre disoccupazione ancora in lieve calo (all’11,5%), ai minimi dal 2012. Boom degli occupati over-50
Disoccupazione in calo in Italia, ai minimi da quasi tre anni. A ottobre, secondo le stime provvisorie dell’Istat, il tasso di disoccupazione è sceso all’11,5% dall’11,6% di settembre: si tratta del dato più basso dal dicembre 2012, quando la disoccupazione era all’11,4%. In compenso risale al 39,8% (+0,3 punti percentuali) il tasso di disoccupazione dei 15-24enni.
Secondo quanto riporta l’Istituto di statistica, la stima dei disoccupati a ottobre diminuisce dello 0,5% (-13 mila); il calo riguarda le donne e la popolazione di età superiore ai 34 anni. Nei dodici mesi la disoccupazione diminuisce del 12,3% (-410 mila persone in cerca di lavoro) e il tasso di disoccupazione di 1,4 punti.
Dopo la crescita di settembre (+0,5%), la stima degli inattivi tra i 15 e i 64 anni aumenta ancora nell’ultimo mese dello 0,2% (+32 mila persone inattive). Diminuisce il numero di inattivi maschi e di età inferiore a 50 anni. Il tasso di inattività è pari al 36,2%, in aumento di 0,1 punti percentuali. Su base annua l’inattività aumenta dell’1,4% (+196 mila persone inattive) e il tasso di inattività di 0,6 punti percentuali.
Sempre a ottobre il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, cioè la quota di giovani disoccupati sul totale di quelli attivi (occupati e disoccupati), è pari al 39,8%, in aumento di 0,3 punti percentuali rispetto al mese precedente. Dal calcolo del tasso di disoccupazione sono esclusi i giovani inattivi, cioè coloro che non sono occupati e non cercano lavoro, nella maggior parte dei casi perché impegnati negli studi.
L’incidenza dei giovani disoccupati tra 15 e 24 anni sul totale dei giovani della stessa classe di età è pari al 10,3% (cioè poco più di un giovane su 10 è disoccupato). Tale incidenza aumenta a ottobre di 0,1 punti percentuali.
Nell’ultimo mese il tasso di occupazione tra i 15-24enni rimane stabile, mentre il tasso di inattività cala di 0,1 punti.
-39.000 occupati a ottobre (-0,2%). Continuano a calare gli occupati a ottobre. Dopo la crescita registrata tra giugno e agosto (+0,5%) e il calo di settembre (-0,2%), a ottobre la stima degli occupati diminuisce ancora dello 0,2% (-39.000). Il calo e’ determinato dagli indipendenti mentre i dipendenti restano sostanzialmente invariati. Il tasso di occupazione diminuisce di 0,1 punti percentuali, arrivando al 56,3%. Su base annua l’occupazione cresce dello 0,3% (+75.000 persone occupate) e il tasso di occupazione di 0,4 punti. Il calo dell’occupazione rispetto al mese precedente è determinato dalle donne (-0,5%), mentre si registra una lieve crescita tra gli uomini (+0,1%). Il tasso di occupazione maschile, pari al 65,9%, rimane invariato, mentre quello femminile, pari al 46,8%, diminuisce di 0,2 punti percentuali.
Ma cresce l’occupazione over 50, in 3 anni +900 mila. Negli ultimi tre anni è cresciuta, in Italia, solo l’occupazione tra gli over 50: +13,9%, pari a circa 900 mila occupati in più tra gennaio 2013 e ottobre 2015. Probabilmente, secondo i tecnici dell’Istituto, “grazie al Jobs act e alle altre misure in materia di lavoro varate dal governo”, nella seconda metà del 2015 si osserva una ripresa degli occupati 15-34enni che a ottobre 2015 tornano ai livelli di metà 2014.
Gli occupati under 50 sono invece in calo fino alla prima metà del 2015, il calo è stato più consistente nel 2013, in particolare per le persone tra 15 e 34 anni (-6,3%, pari a un calo di oltre 300 mila occupati da gennaio 2013 in questa classe di età). Gli occupati 35-49enni diminuiscono lungo l’intero triennio, registrando un calo del 4,4% (circa -450 mila).
A spiegare l’andamento dell’occupazione nelle diverse classi di età “contribuisce evidentemente il progressivo invecchiamento della popolazione” che nel periodo da gennaio 2013 a settembre 2015 registra una crescita del 4,7% tra gli over 50 (+4,6% tra i 50-64enni), a fronte del calo delle persone tra 15 e 34 anni e tra 35 e 49 anni (rispettivamente -2,2% e -3%).
All’impatto della dinamica demografica, per gli over 50 si somma quello ancor più rilevante della “maggiore partecipazione al mercato del lavoro, determinata anche dalle minori uscite per pensionamento a seguito dei cambiamenti della normativa previdenziale”, sostanzialmente per effetto della legge Fornero.
Il tasso di occupazione delle persone tra 50 e 64 anni cresce nell’ultimo triennio di 4,6 punti percentuali. Si stima che circa il 70% della crescita occupazionale dei 50-64enni sia determinato dalla maggiore partecipazione al lavoro e il restante 30% dalla crescita demografica.
Nello stesso periodo il tasso di occupazione dei 15-34enni è in calo di 1,7 punti e quello dei 35-49enni di 1,1 punti. Tra i più giovani la minore partecipazione al mercato del lavoro è determinata anche dal prolungamento degli studi che ritarda l’ingresso nel mercato del lavoro. Per i 15-34enni si stima che circa il 65% del calo occupazionale sia dovuto alla minore partecipazione al mercato del lavoro e circa il 35% al calo demografico.
Giuseppe Catapano: Repubblica Centrafricana, il papa ai musulmani: “Siamo fratelli”
“La mia visita pastorale nella Repubblica Centrafricana non sarebbe completa se non comprendesse anche questo incontro con la comunità musulmana. Tra cristiani e musulmani siamo fratelli. Dobbiamo dunque considerarci come tali, comportarci come tali”. Queste le parole di Papa Francesco nella moschea del chilometro cinque di Bangui, capitale della Repubblica centrafricana marcata da scontri violenti nel corso degli ultimi anni.
“Sappiamo bene – ha sottolineato Bergoglio – che gli ultimi avvenimenti e le violenze che hanno scosso il vostro Paese non erano fondati su motivi propriamente religiosi. Chi dice di credere in Dio dev’essere anche un uomo o una donna di pace.
Cristiani, musulmani e membri delle religioni tradizionali hanno vissuto pacificamente insieme per molti anni. Dobbiamo dunque rimanere uniti perché cessi ogni azione che, da una parte e dall’altra, sfigura il Volto di Dio e ha in fondo lo scopo di difendere con ogni mezzo interessi particolari, a scapito del bene comune. Insieme, diciamo no all’odio, alla vendetta, alla violenza, in particolare a quella che è perpetrata in nome di una religione o di Dio. Dio è pace, salam”.

