Giuseppe Catapano: La burocrazia costa alle pmi 30 mld l’anno. Un terzo di questi costi potrebbe essere tagliato

giucatap306Superano i 30 miliardi i costi che le pmi italiane sopportano ogni anno a causa dell’eccesso di adempimenti burocratici. Un peso equivalente al 2% del pil che “costituisce un evidente freno al processo di sviluppo”.
È quanto emerge da una ricerca realizzata dal Centro Europa Ricerche per conto di Rete Imprese Italia e diffusa in occasione di un convegno, secondo cui il 25% dei costi burocratici potrebbe essere eliminato “attraverso procedure più semplici che, in quasi due casi su tre, dovrebbero riguardare materie del lavoro e del fisco”.
Dunque un terzo di questi costi, pari a 8,9 miliardi, potrebbe essere tagliato. Si tratta, a giudizio dell’associazione, di “oneri impropri determinati da complicazioni e inefficienze burocratiche che un programma di semplificazione consentirebbe di evitare”. Secondo la ricerca, ridurre di 8,9 miliardi gli oneri burocratici impropri che pesano sulle imprese avrebbe un effetto immediato sull’occupazione e lo sviluppo dell’economia. Se le imprese fossero liberate dai costi della burocrazia aumenterebbero infatti gli investimenti, fornendo un impulso positivo al saggio di accumulazione, che in un quadriennio aumenterebbe di 0,4 punti. La disoccupazione potrebbe scendere di oltre 0,5 punti, innalzando il potenziale di crescita. Secondo lo simulazione condotta col modello econometrico del Cer, il risultato sarebbe di un aumento cumulato del pil pari a un punto nel quadriennio. A fine periodo, si legge nello studio, il pil sarebbe dunque maggiore di 16 miliardi rispetto allo scenario base.
Infine il 60% delle pmi ritiene che l’incidenza degli oneri amministrativi sia aumentata negli ultimi anni, soprattutto a causa di norme più numerose e complicate. Le giornate dedicate ad adempimenti amministrativi, poi, sono aumentate nel corso della crisi: da 26 nel 2008 a 30 nel 2013 (+7%), passando per un massimo di 32 nel 2010 (+14% rispetto al valore pre crisi).

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