Giuseppe Catapano: Corte dei conti, le coperture temporanee pesano troppo sulla legge di Stabilità

giucatap300Sulla legge di Stabilità pesano coperture temporanee e il rinvio delle clausole di salvaguardia. E’ quanto sottolinea il presidente della Corte dei Conti, Raffaele Squitieri, in audizione in Parlamento. “L’allentamento della correzione di bilancio secondo il governo non pregiudicherebbe un rientro del disavanzo di dimensioni significative con un indebitamento che a fine 2016 risulterebbe comunque più vicino al 2 che al 3 per cento. Un contenimento che consentirebbe una messa in sicurezza dei conti rispetto all’originale parametro di Maastricht e rappresenterebbe un elemento rassicurante per i mercati. Un risultato che trova conferma anche nelle previsioni di finanza pubblica dei centri di ricerca ma che sconta il carattere temporaneo di alcune coperture e il permanere di clausole di salvaguardia rinviate al futuro”, ha sottolineato.

Il presidente della Corte dei Conti sembra raccomandare cautela sui segnali della ripresa. Nella valutazione del ddl Stabilità “non si può prescindere dal quadro di incertezza che caratterizza l’economia internazionale. Esso è destinato a riverberarsi su un’economia italiana la cui ripresa, dopo una lunga fase recessiva, è per ora basata su dati incoraggianti ma non univoci”. “Il rallentamento dell’area dei paesi emergenti costituisce un rischio evidente per il consolidamento della ripresa in corso”, ha sottolineato. Il “rischio deflazione e di interruzione della ripresa in atto è ben presente. Appare quindi condivisibile la preoccupazione del governo di non incidere in senso negativo sulle prospettive del Paese, muovendo in direzione di un’ulteriore revisione della strategia di fiscal policy e degli obiettivi di convergenza verso l’equilibrio strutturale di bilancio”.

La legge di Stabilità varata dal governo è una manovra in deficit che lascia “nodi irrisolti” sul tavolo. “Una scelta di politica economica che utilizza al massimo gli spazi di flessibilità disponibili riducendo esplicitamente i margini di protezione dei conti pubblici e lascia sullo sfondo nodi irrisolti (clausole, contratti pubblici, pensioni) e questioni importanti (quali un definitivo riassetto del sistema finanziario delle autonomie locali)”, ha detto Squitieri. II taglio delle tasse sulla prima casa potrebbe avere un impatto negativo sui diversi Comuni. Soprattutto alla luce della mancata riforma del catasto. “La tassazione che riguarda gli immobili risulta ancora senza una fisionomia definita e richiede una particolare attenzione – ha sottolineato – andrà attentamente valutato innanzitutto come si distribuirà tra gli enti il reintegro dei fondi della Tasi sulle prime case”. Ne trarranno maggior beneficio quelli “che hanno attivato il tributo utilizzando al massimo la propria capacità fiscale (che viene così cristallizzata)” mentre le collettività che potevano apparire ieri come le più penalizzate potranno godere dal 2016 di un relativo beneficio”. “Va inoltre rilevato che fermo il capitolo catasto e nuove rendite con l’abolizione dell’Imu e della Tasi sulla prima casa la principale fonte di finanziamento manovrabile da parte degli enti riguarda le abitazioni diverse dalla primacasa su cui continuerà a vivere il dualismo Tasi-Imu con la conseguenza che al amggioranza dei servizi indivisibili forniti dai Comuni graverà di regola su non residenti. Soggetti quindi non in grado di operare il controllo polititico sull’operato degli amministratori attraverso il voto”, ha aggiunto il presidente dei magistrati contabili.

Secondo la Corte dei Conti il governo avrebbe dovuto inserire nella legge di Stabilità interventi “sulle aliquote Iva agevolate o sulla stessa struttura della aliquote Iva”. “Nonostante la riduzione della spesa già scontata nel tendenziale sia impegnativa, le condizioni economiche avrebbero potuto consigliare l’adozione di interventi sulla spesa fiscale, riguardanti ad esempio un articolato intervento sulle aliquote Iva agevolate o sulla stessa struttura della aliquote Iva, eventualmente attutiti (ma non annullati) con misure di sgravio”, ha detto Squitieri. Dal taglio delle spese che pesa soprattutto sugli enti locali possono derivare “ripercussioni negative sulla qualità dei servizi”. “L’onere dell’aggiustamento verrebbe a gravare, prevalentemente, sulle amministrazioni locali, con ripercussioni negative sulla qualità dei servizi”, ha concluso Squitieri.

 Sono necessarie misure per rilanciare gli investimenti locali che possono dare un contributo significativo alla crescita del Paese, per la Corte dei Conti che peraltro sottolinea come l’attuale sistema degli appalti pubblici sia troppo complesso e dia luogo a contenziosi infiniti. Negli “ultimi quattro anni”, ha detto Squitieri, gli investimenti locali hanno subito un netto calo. Mentre proprio questi “potrebbero essere uno dei sistemi per innescare la crescita”. La legislazione sugli appalti, ha proseguito, è molto “complessa, dà origine a contenzioni infiniti. Il sistema è talmente ingessato da norme, normette e codicilli, che può bloccare” gli investimenti. Squitieri ha lamentato come la Corte di Conti sul controllo che segue all’aggiudicazione degli appalti abbia le “armi spuntate”. La Corte, ha detto, può “intervenire con controlli nella prima fase dell’aggiudicazione mentre sulla parte successiva quella dell’esecuzione la Corte dei Conti (subappalti, varianti d’opera eccetera) è assente”. Il “controllo” però è “necessario”.

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