Giuseppe Catapano: Renzi, Marino caso chiuso. Ma il sindaco ritira le dimissioni. Lasciano i consiglieri Pd

IGNAZIO MARINO MATTEO RENZI

No, non è chiuso il caso Ignazio Marino, come aveva dichiarato il premier Matteo Renzi da Cuba quando gli era stato chiesto se oggi, al suo ritorno, avrebbe incontrato il sindaco di Roma. Non è chiuso perché Marino ha firmato la lettera con la quale ritira le dimissioni presentate lo scorso 12 ottobre, come spiega la nota ufficiale arrivata dal Campidoglio poco prima delle 16.30. Una mossa più o meno attesa, quella del primo cittadino della Capitale, tanto che questa mattina  il commissario del Pd Roma Matteo Orfini aveva convocato i consiglieri comunali dem al Nazareno per preparare le contromosse: “Se Marino dovesse ripensarci e decidere di restare alla guida del Campidoglio i consiglieri del Pd si dimetterebbero subito dal loro incarico”, aveve detto.Ma per fare sloggiare Marino dal Campidoglio il passo indietro dei 19 consiglieri del Pd non basta. Servono le dimissioni di almeno 25 e a questo punto potrebbero lasciare i 2 della Lista Marchini, Daniele Parrucci di Centro Democratico, i 2 di Fratelli d’Italia, Roberto Cantiani di Ncd, l’ex sindaco Gianni Alemanno, Alessandro Cochi del Misto, i fittiani Ignazio Cozzoli e Francesca Barbato e Marco Pomarici di Noi con Salvini Renzi, del resto, aveva fatto già sapere che, in caso di ripensamento di Marino, “della questione si occupa Orfini che ha il mio totale sostegno”. Un messaggio chiaro indirizzato anche a Pier Luigi Bersani, che sullla vicenda aveva dichiarato necessario un dialogo tra Renzi e Marino. A Bersani e in generale alla minoranza del Pd, poi, Renzi ha mandato un altro messaggio che riguarda però la legge di Stabilità 2016:  “Martedì prossimo avremo un incontro politico”,  ha annunciato Renzi – perché non si possono mettere più soldi e avere un costante coro di polemiche da parte di una parte della maggioranza, bisogna parlarsi con grande chiarezza e intendersi su che cosa è più di sinistra se discutere sul tetto ai contanti o mettere 700 mln sulla povertà. La legge di stabilita deve parlare alla maggioranza degli italiani e non alla minoranza del Pd”. Tocca, dunque, al Pd riflettere. “La legge di stabilità è giusta e di sinistra, non offre motivi per lasciare il Pd. Se qualcuno decide di prendere un’altra strada a me dispiace e lo rispetto. Ma ricordo che il gruppo è partito con 293 deputati e ora ne ha 307”, ha detto al Corriere della Sera il capogruppo del Pd alla Camera, Ettore Rosato, sottolineando che “io vedo una maggioranza solida sui contenuti” della manovra. “Se si smarca qualcuno, le motivazioni – ha precisato Rosato – sono tutte politiche. Una finanziaria che riduce le tasse, aumenta gli investimenti e combatte l’evasione fiscale è difficile dire che non sia di sinistra”. “Io penso che la sinistra del nostro partito stia facendo uno sforzo per crearsi uno spazio politico ed e’ un peccato farlo contro il Pd. Poi, naturalmente, valuteremo le proposte e miglioreremo la stabilita’”, ha aggiunto Rosato. Quanto al possibile ricorso al voto di fiducia, “speriamo di no. Dipenderà dall’eventuale ostruzionismo”, ha concluso.

La mattinata di Marino Marino: sto riflettendo, comunicherò presto mie decisioni

“Sto riflettendo e, come ho detto, comunicherò presto le mie decisioni alla figura istituzionale deputata che è la presidente Baglio”, aveva detto il sindaco di Roma, Ignazio Marino, al suo arrivo in Campidoglio. Valeria Baglio è la presidente del Consiglio Comunale Capitolino. In piazza del Campidoglio Marino è stato avvicinato da alcuni sostenitori, che lo hanno esortato a “non mollare” e tenere duro. “Non mollare, va bene”, ha detto Marino e poi ha aggiunto rivolto ai giornalisti: “Io non ho anticipazioni da fare, voglio solo dire che qui la questione pricipale non è Ignazio Marino ma Roma. Ignazio Marino non ha assoutamente nulla da chiedere e da negoziare con nessuno”, ha concluso il sindaco. Un messaggio per Renzi. “Ho cose più serie da fare che andare negli aeroporti, in questi giorni”, così il sindaco uscente della Capitale ha risposto ad Agorà, alla domanda se avrebbe intenzione di incontrare per un chiarimento il premier Matteo Renzi al rientro dal suo viaggio in Sud America.

La giunta perde i pezzi: lasciano Causi ed Esposito, di Liegro e Marinelli. Anche Pucci pronto a mollare

Itanto a lasciare sono uno dopo l’altro numerosi membri della giunta a cominciare dal vicesindaco Marco Causi e dall’assessore ai Trasporti Stefano Esposito che hanno confermato le loro dimissioni. Entrambi erano entrati nella giunta Marino con l’ultimo rimpasto, quello della “fase due”. Già protocollate le loro lettere di addio “e non credo saremo i soli” dice il titolare alla Mobilità. Via anche l’assessore al Turismo Luigina di Liegro e quello alla Cultura Giovanna Marinelli. Maurizio Pucci, titolare ai Lavori Pubblici, ha annunciato che si dimetterà dopo la giunta convocata per questa sera alle 19.30. Si dice pronto a farsi da parte anche l’assessore alla Mobilità Alfonso Sabella: “Lunedì tornerò a fare il magistrato, prima devo consegnare delle carte alla Corte di Conti” dice a SkyTg24. E lo stesso è per il titolare della Scuola Marco Rossi Doria. Resistono per ora i “fedelissimi del sindaco”: Estella Marino. Alessandra Cattoi e Giovanni Caudo.

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