Riforma Rai, i grillini contro i superpoteri del nuovo ad. Ok della Camera a trasparenza su mega stipendi

A cura di: Giuseppe Catapano

ROBERTO FICO

È ripresa nell’aula della Camera la discussione sul ddl di riforma della Rai. In aula il relatore di minoranza e presidente della commissione di Vigilanza, Roberto Fico, ha illustrato una serie di emendamenti del Movimento Cinque stelle per limitare i poteri del nuovo amministratore delegato, così come disegnato dalla riforma, “che è sempre più un uomo solo al comando nominato dal governo”. Un emendamento, in particolare, chiedeva di istituire “un limite di spesa di 2 milioni di euro per l’ad”, ha spiegato Fico. Ma la proposta è stata bocciata dall’aula.
intanto, l’aula della Camera, che sta esaminando il ddl di riforma della Rai, ha approvato un emendamento dei relatori Vinicio Peluffo e Lorenza Bonaccorsi, che prevede che siano resi pubblici i compensi, anche sul sito internet aziendale, dei soggetti “diversi dai titolari di contratti di natura artistica che ricevano un trattamento economico annuo omnicomprensivo a carico della società pari o superiore a 200mila euro”. La norma riguarda, dunque, anche i giornalisti, ed è passata con 314 voti a favore: contraria la Lega Nord, astenuti Sel, Ala e M5S.
L’aula della Camera ha approvato anche l’articolo 2 del ddl di riforma della Rai sulla disciplina della governance dell’azienda. I voti a favore sono stati 262, i contrari 143.

Giuseppe Catapano: Palazzo Chigi difende la manovra. Cgil e Cisl la bocciano

ITZHAK YORAM GUTGELD

Ieri sera il premier Matteo Renzi, poi il ministro dell’Economia, Tommaso Padoa Schioppa. Palazzo Chigi fa quadrato intorno alla legge di stabilità. La manovra varata dal governo è equa perché, unita a quella precedente, taglia tasse per 34 miliardi di euro e rappresenta “un pacchetto largamente a favore delle fasce più disagiate, del lavoro, della produzione e della ripresa degli investimenti”, afferma Yoram Gutgeld, consigliere economico di Palazzo Chigi e commissario per la revisione della spesa in un’intervista al Corriere della Sera. “Se si guarda alle nostre due leggi di Stabilità insieme – dice – c`è una riduzione di tasse di quasi 34 miliardi fra il 2014 e il 2017, di cui 30 miliardi su lavoro, impresa e sulla produzione, e solo 3,5 miliardi sulla casa. E all`interno dei 30 miliardi per il lavoro ci sono misure come i 10 miliardi del bonus da 80 euro o la decontribuzione sui contratti. Oltre a questo pacchetto, ora impegniamo un miliardo sulla povertà e potenziamo il fondo per la non autosufficienza. Mi pare un pacchetto largamente a favore delle fasce più disagiate, del lavoro, della produzione e della ripresa degli investimenti.
Per circa il 90%”. Gutgeld difende la scelta di alzare la soglia del contante a 3000 euro: “I dati dicono che quella soglia non ha portato a una riduzione del nero e dell’evasione, mentre noi su questo fronte facciamo cose importanti.
Split payment e reverse charge (il pagamento dell’Iva da parte del committente, ndr) vanno meglio del previsto. E per il 2018 si arriverà alla dichiarazione Iva pre-compilata e dunque al completamento della trasmissione telematica delle fatture”. Il consigliere di Palazzo Chigi spiega anche perchè la spending review è scesa dai 10 miliardi ipotizzati nel Def di aprile a 5,8 miliardi. “Quando parlavamo di dieci miliardi – ricorda – prevedevamo un intervento su sgravi e agevolazioni fiscali che poi abbiamo deciso di non fare, per due motivi. Ci siamo resi conto che per ottenere i nostri obiettivi di riduzione di tasse e di deficit non era necessario, grazie al maggior recupero di evasione fiscale e alla crescita in più; e poi avremmo dato l`impressione che questa non è una manovra di taglio delle tasse ma solo di spostamento della pressione da una parte all`altra”. In ogni caso, prosegue, “stiamo portando avanti progetti che, quando maturano, daranno risultati. Per esempio sugli acquisti dello Stato, sul meccanismo di controllo della spesa informatica.
Non indichiamo molte cifre perché prima vogliamo misurare gli effetti di queste innovazioni”.
non è dello stesso avvisso la Cgil.  Il leader del maggiore sindacato italiano, Susanna Camusso, sembra non avere dubbi: “E’ una leggeche dà di più a chi stava già meglio e molto poco a chi è in difficoltà”, ha spiegato ai microfoni diRadio Cusano Campus. “Noto – ha aggiunto Camusso – che la grande questione che era stata posta dal mondo del lavoro, che era il tema delle pensioni, della flessibilità, di un processo di turn over che permettesse anche ai giovani di entrare a lavoro non è contemplata e anche le norme che ci sono sulla salvaguardia sull’opzione donna e sulle difficoltà sono tutte norme prefinanziate perché hanno restituito come abbiamo rivendicato il maltolto dai precedenti provvedimenti. Ci sono molti tagli, soprattutto sul servizio sanitario nazionale, non c’è previsione di risorse per il rinnovo dei contratti pubblici”. Insomma, “mi pare una legge di stabilità che dà risposte non sempre corrette al sistema delle imprese mentre non dà risposte al lavoro. La misura sulla povertà ci riserviamo di vederla ma non ci pare all’altezza dell’affrontare quanto è aumentata la povertà nel nostro Paese soprattutto per superare una norma esclusivamente monetaria per cominciare ad avviare i veri processi di inclusione”, ha concluso.
Legge di stabilità bocciatura anche dalla Cisl: “E’assolutamente insufficiente purtroppo”. A dirlo è il segretario generale Annamaria Furlan. “Ci aspettavamo molto di più – ammette la Furlan – dopo le dichiarazioni del Governo, innanzitutto ci aspettavamo il credito di imposta per agevolare gli investimenti delle aziende e delle imprese su tutto il territorio del Sud e dovevamo creare una fiscalità di vantaggio. Spero davvero che attraverso gli incontri con i gruppi parlamentari e il confronto col Governo riusciremo a recuperare questo dato”.
“E’ del tutto condivisibile il richiamo del Vicepresidente della Commissione Ue sull’opportunità di concentrare il taglio delle tasse sul lavoro nella legge di stabilità”, afferma, invece, il segretario confederale della Uil Domenico Proietti, aggiungendo che “il livello della pressione fiscale in Italia è elevatissimo e ogni suo taglio è benvenuto, ma se si vuole sostenere la timida ripresa in atto bisogna operare un taglio selettivo delle tasse concentrandosi sui redditi da lavoro e da pensione. Questo è il modo più efficace per essere competitivi sostenendo la domanda interna e rilanciando i consumi con un beneficio per le imprese e per i livelli occupazionali”.

Giuseppe Catapano: Tax ruling, Fca e Starbucks dovranno restituire a Lussemburgo e Olanda tra i 20 e i 30 mln di euro

giucatap214Fca dovrà restituire al Lussemburgo tra i 20 milioni e i 30 milioni di euro.
Lo ha stabilito la Commissione europea dopo 15 mesi di indagini sul trattamento fiscale privilegiato (“tax ruling”) di cui la filiale lussemburghese del gruppo automobilistico, Fiat Finance and Trade, ha goduto, con “una riduzione indebita dell’onere fiscale per almeno 20-30 milioni dal 2012 a oggi”.
L’esborso è decisamente inferiore alle cifre circolate ieri dopo le indiscrezioni del Financial Times su una possibile sanzione fino a 200 milioni di euro. D’altro canto era stata la stessa Fca a parlare ieri pomeriggio di un possibile esito non “significativo rispetto ai risultati consuntivati dal Gruppo”.
Oltre alla Fiat, anche l’americana Starbucks dovrà restituire un importo analogo all’Olanda. Bruxelles ha precisato che l’ammontare esatto delle tasse da recuperare dovrà essere determinato dalle autorità fiscali lussemburghesi e olandesi sulla base della metodologia stabilita dalla Commissione nelle due decisioni.
“Spero che le decisioni odierne facciano passare questo messaggio negli Stati membri, a livello di governi e imprese”, ha affermato la commissaria per la Concorrenza Margrethe Vestager. “Tutte le imprese, grandi o piccole, multinazionali o non, devono pagare la loro giusta quota di tasse”.
L’ammontare delle cifre da recuperare “non è spettacolare”, ha poi ammesso la Vestager durante una conferenza stampa di illustrazione. Tuttavia, “penso che la rilevanza dipende dalle tasse che non sono state pagate. Le due società hanno pagato meno 0,6 milioni, in un caso, e meno 0,4 milioni nell’altro, anche se 20-30 milioni non è spettacolare è molto di più di quello che hanno pagato prima. E comunque – ha detto – è una questione di principio”.

Il Granducato: non condividiamo la decisione Ue. “Il Lussemburgo non condivide il parere della Commissione europea in merito alla questione Fiat Finance and Trade (da un anno a questa parte Fiat Chrysler Finance Europe), e si riserva ogni diritto. Il Lussemburgo esaminerà con la dovuta attenzione la decisione della Commissione e il suo razionale giuridico”.
E’ quanto si legge in una nota del Granducato diffusa dopo la pronuncia della Commissione europea sugli illeciti aiuti di stato concessi alla finanziaria del gruppo Fca. “Il Lussemburgo – prosegue la nota – prende atto che la Commissione ha utilizzato criteri inediti per stabilire l’effettiva presenza di aiuto di Stato. In particolare, la Commissione non dimostra in alcun modo l’esistenza di un vantaggio selettivo concesso a Fiat Finance and Trade nell’ambito del quadro giuridico nazionale. Il Lussemburgo ritiene di non aver concesso a Fiat Finance and Trade un aiuto di Stato incompatibile con il mercato interno, ai sensi dell’articolo 107 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione europea”.
“Il Lussemburgo rispetta le norme internazionali, in particolare quelle relative al principio della libera concorrenza (arm’s length principle) applicabili in materia di prezzi di trasferimento, come anche le norme in materia di aiuti di Stato”, conclude il governo del Granducato nella nota.

Olanda, governo “sorpreso”. Il governo olandese si è detto sorpreso della decisione dell’Unione europea di dichiarare illegali degli accordi fiscali garantiti a Starbucks corp. “Il gabinetto è sorpreso della decisione dell’Unione europea, secondo cui Starbucks avrebbe ricevuto aiuti di stato illeciti”, ha dichiarato il governo. La decisione “solleva varie problematiche e dovrà essere presa in attenta considerazione”. “L’Olanda è convinta che siano stati applicati gli standard internazionali attualmente in vigore e dunque analizzerà attentamente le critiche della Commissione prima di prendere una decisione su cosa fare in seguito”, ha proseguito il governo.

Fca ribadisce: nessun aiuto di Stato in Lussemburgo. Fca ribadisce di non aver avuto “alcun aiuto di Stato in Lussemburgo”. Così un portavoce dell’azienda, interpellato in merito alla decisione della Commissione europea, ha ribadito quanto affermato ieri in un comunicato. “Fcf, la controllata di Fca in Lussemburgo – si diceva nella nota diramata ieri – non ha mai perseguito deroghe alle norme generali attraverso esenzioni o facilitazioni non generalmente accessibili nel sistema fiscale lussemburghese”.
E ancora “Fca ribadisce che Fcf non ha ottenuto alcun aiuto di stato e che qualsivoglia esito della questione non sarebbe significativo rispetto ai risultati consuntivati dal Gruppo”.

Starbucks: ci sono diversi errori. E annuncia ricorso. Starbucks annuncia la sua intenzione di ricorrere in appello contro la decisione Ue secondo cui dovrà restituire all’Olanda “almeno 20-30 milioni” di euro per le agevolazioni fiscali ricevute. “Starbucks – spiega un portavoce della società – condivide le preoccupazioni espresse dal governo olandese, secondo cui ci sono diversi errori nella decisione e pensiamo di appellarci poiché abbiamo seguito le regole olandese e dell’Ocse accessibili a tutti”. “Starbucks – prosegue la nota – si è uniformata a tutte regole Ocse, alle direttive e alle leggi e conferma il suo processo di riforma fiscale. Starbucks ha pagato un’aliquota fiscale globale media del 33%, ben oltre il l’aliquota media del 18,5% pagata da altre grandi compagnie Usa”.