Giuseppe Catapano: Pause e riposi dal lavoro

La pausa pranzo, la durata, il contratto collettivo, il numero di ore consecutive o frazionate, il riposo giornaliero.

giucatap137Il riposo è un diritto di ogni lavoratore cui non si può rinunciare, neanche dietro pagamento: pertanto, sebbene l’orario di lavoro giornaliero sia normalmente stabilito dai contratti aziendali (che definiscono il numero di ore lavorative complessive, l’orario d’inizio e di termine dell’attività lavorativa e, non in ultimo, la durata degli intervalli di riposo), in ogni caso, i diritto al recupero delle energie psico-fisiche è, per il lavoratore, irrinunciabile.

È comunque facoltà del datore di lavoro stabilire orari elastici: in pratica, in tale situazione, i lavoratori possono iniziare e concludere il lavoro entro una determinata fascia oraria (tale possibilità può essere esclusa per esigenze di tipo produttivo, quando la lavorazione deve iniziare puntualmente in un determinato momento come nel caso di lavorazioni a catena).

Pause

Se l’orario di lavoro giornaliero è superiore a 6 ore, il lavoratore deve beneficiare di una pausa finalizzata al recupero delle energie psico-fisiche, all’eventuale consumazione del pasto ed all’attenuazione del lavoro ripetitivo e monotono.

Anche in questo caso, per determinare le modalità e la durata della pausa occorre verificare quello che prevede il contratto collettivo. Se nulla viene indicato, il lavoratore ha diritto ad un intervallo (anche sul posto di lavoro) di durata non inferiore a dieci minuti consecutivi.

Quanto al momento in cui godere della pausa, la scelta spetta all’azienda, che la può collocare – tenuto conto delle esigenze tecniche dell’attività lavorativa – in qualsiasi momento della giornata lavorativa (e non necessariamente trascorse le 6 ore di lavoro). Quindi, nell’ipotesi in cui l’organizzazione del lavoro preveda la cosiddetta giornata spezzata (ad esempio: 8,30-12,30/13,30-17,30), la pausa può coincidere con il momento di sospensione dell’attività lavorativa (cosiddetta pausa pranzo).

Riposo giornaliero

Al lavoratore spettano 11 ore di riposo consecutive ogni 24, calcolate dall’ora d’inizio della prestazione lavorativa. Il periodo di riposo minimo (11 ore) non può essere diminuito da accordi tra le parti.

Il contratto collettivo può anche prevedere che le ore di riposo non siano consecutive.

Il lavoratore ha diritto al periodo di riposo giornaliero anche se titolare di più rapporti di lavoro (cosa senz’altro lecita). In tal caso, il lavoratore deve comunicare ai diversi datori di lavoro l’ammontare delle ore in cui può prestare la propria attività nel rispetto dei limiti indicati e fornire ogni altra informazione utile in tal senso.

Giuseppe Catapano: Alunno cade e si fa male a scuola, risarcimento

Infortunio all’interno dell’istituto scolastico: la prova dei genitori per ottenere il risarcimento e quella della scuola per evitare la condanna.

giucatap4Per i danni procuratisi dall’alunno durate l’orario in cui è a scuola risponde l’istituto scolastico e l’insegnante per il solo fatto che il ragazzo è stato a quest’ultimo affidato; pertanto il genitore dello scolaro, che intende agire in causa per ottenere il risarcimento, deve solo dimostrare che il danno si è verificato nel tempo in cui l’alunno era sottoposto alla vigilanza dell’insegnante.

L’istituto, a sua volta, per evitare una condanna, dovrà dimostrare di non aver potuto impedire il fatto anche usando l’ordinaria diligenza, ossia che l’infortunio si sarebbe verificato anche se il personale docente avesse tenuto un comportamento prudente e attento per salvaguardare l’incolumità degli alunni.

Detto in altre parole, perché l’istituto non sia chiamato a risarcire i genitori del giovane, è necessario che fornisca la prova che l’evento sia stato determinato da causa non imputabile né alla scuola né all’insegnante.

È quanto chiarito dalla Cassazione con una recente ordinanza.

Di norma, la giurisprudenza divide le due ipotesi di danno cagionato dall’alunno a sé stesso (per esempio, qualora cada da una scalinata, si faccia male con un attrezzo della palestra o si fratturi un arto durante una partita nell’ora di ginnastica) da quello cagionato per colpa di altri alunni.

Ebbene, nel primo caso, per quanto riguarda l’onere della prova in causa, esso è così ripartito:

– l’attore (i genitori) deve provare che il danno si è verificato all’interno dell’edificio scolastico, durante l’orario scolastico o comunque mentre il minore era sotto la responsabilità dell’istituto e degli insegnanti;

– il convenuto (la scuola) spetta l’onere di dimostrare che il danno è stato determinato da causa non imputabile all’insegnante e/o all’istituto.

Giuseppe Catapano: Malattia, possibili due visite fiscali nello stesso giorno?

Sono in malattia: è possibile che, nella stessa giornata, il medico dell’Inps, inviato dal datore di lavoro, effettui due diverse visite di controllo?

giucatap3In generale è possibile una seconda visita di controllo, ma non nell’arco della stessa giornata. Difatti, per come stabilito dal decreto ministeriale del 1986, una seconda visita fiscale è ammessa solo per giornate diverse; non possono essere effettuati due distinti controlli nella stessa giornata.

Ciò non toglie che il datore, nell’arco della stessa malattia, possa chiedere più interventi del medico fiscale dell’Inps. A riguardo la giurisprudenza è divisa: secondo un primo orientamento, infatti, il datore è libero di chiedere più interventi del medico fiscale a patto che ciò non sia espressamente volto a molestare e danneggiare il dipendente. Secondo invece, una tesi più favorevole al lavoratore, non è possibile reiterare la richiesta di visita fiscale perché l’obbligo di reperibilità costituisce una limitazione della libertà di locomozione di ogni singolo individuo, anche di quello malato.

In difetto della prova di un intento persecutorio e discriminatorio, la reiterazione delle visite di controllo non configura mobbing.

Essendo la determinazione dell’orario cui effettuare la visita operata direttamente dal medico, il datore di lavoro non può essere accusato di persecuzione in ragione della sola fascia oraria in cui avviene il controllo.

 

Giuseppe Catapano: Autocertificazione gratuito patrocinio, non sbagliare

Ogni omissione o falsità nella indicazione dei dati di fatto richiesti nella istanza di ammissione al patrocinio a spese dello Stato costituisce reato indipendentemente dalla effettiva sussistenza delle condizioni di reddito previste per l’ammissione al beneficio.

giucatap136Gratuito patrocinio: dopo l’aggiornamento della soglia a 11.528,41 euro operato questa estate dal Ministero della giustizia, interviene oggi la Cassazione con una interessante sentenza a precisare che tutte le volte in cui il cittadino falsifichi l’autocertificazione per ottenere il patrocinio a spese dello Stato è suscettibile di procedimento penale, anche se – pur senza le falsità – avrebbe avuto comunque diritto al beneficio in commento. In pratica, è come dire che il semplice “falso” costituisce reato, a prescindere dal beneficio da esso generato.

L’istituto del patrocinio a spese dello Stato rappresenta uno degli strumenti più utilizzati dagli italiani in materia di giustizia, a tutela dei propri diritti per come sancito dalla stessa Costituzione. È tuttavia frequente il ricorso a stratagemmi di tutti i tipi per non pagare l’avvocato. Il gratuito patrocinio, infatti, consente una difesa in causa (sia come attore, che come convenuto) senza doversi fare carico delle spese per onorari e quant’altro dovute al professionista del foro.

Per poter rientrare nel gratuito patrocinio occorre considerare il reddito del nucleo familiare dell’istante, calcolando anche i redditi “esentasse” o quelli soggetti a ritenuta alla fonte. La soglia non deve superare gli 11.528,41 euro, aggiornata ad agosto 2015.

Chi falsifica l’autocertificazione per l’accesso al gratuito patrocinio è soggetto a procedimento penale. E ciò a prescindere dal vantaggio che ne abbia tratto. Così la semplice omissione di un dato rilevante può far scattare il reato anche nei confronti di chi, comunque, avrebbe avuto accesso al beneficio o, viceversa, per chi, anche con l’alterazione, non ottiene quanto sperato.

Secondo la Cassazione, infatti, il reato sussiste a prescindere dalla “effettiva sussistenza delle condizioni di reddito per l’ammissione al beneficio”. Rigore massimo, quindi.

Esiste però un orientamento più indulgente, secondo cui, prima di parlare di falso penalmente rilevante, bisogna valutare se la falsità incide o meno su elementi essenziali per la valutazione giudiziale sull’ammissione al patrocinio gratuito. Le dichiarazioni mendaci o reticenti, se ricadenti su aspetti marginali, quindi, non darebbero luogo ad alcun reato.

Giuseppe Catapano: Legge di Stabilità 2016, cosa conterrà

Sostegno alle famiglie più povere, niente tassa sulla prima casa, bonus ristrutturazioni: niente riforma pensioni.

giucatap135Si avvicina il giorno del varo della Legge di Stabilità 2016 (fissato per la mattina del 15 ottobre prossimo) e già numerose sono le indiscrezioni uscite, in forma più o meno ufficiale, da palazzo: dall’eliminazione della tassa sulla casa (almeno la prima), alla riconferma per un altro anno del bonus ristrutturazioni, dalla riduzione dell’Ires a un limitato intervento sulla pensione anticipata. Super-ammortamenti per l’acquisto di nuovi macchinari riguarderanno anche i beni in leasing e i liberi professionisti (la maxideduzione al 140% sarà riconosciuta solo per acquisti effettuati da ottobre 2015 e il 31 dicembre 2016). Vediamo singolarmente le misure che dovrebbero uscire fuori dal testo definitivo.

Tassa sugli immobili: esente la prima casa

Si comincia con la conferma della definitiva cancellazione della tassa sugli immobili sulla prima casa. Niente Tasi, dunque, e niente Imu, anche per le case di lusso. La cancellazione delle tasse sull’abitazione principale è la priorità del Governo per ridurre il carico fiscale sulle famiglie e rilanciare l’intero settore dell’edilizia. Su tutti gli altri immobili diversi dalla prima casa, il testo di legge dovrebbe prevedere l’unificazione di Tasi e Imu.

Incentivi all’assunzione

Viene riconfermato lo sgravio contributivo introdotto l’anno scorso su tutte le assunzioni a tempo indeterminato: per il 2017, però, la misura viene ridotta, per cui i contributi previdenziali dovranno essere pagati per solo una metà (dagli attuali 8.060 euro a 4.000 euro annui) e, in più, il bonus varrà per due anni e non più tre.

Detrazioni per ristrutturazioni

Proroga per un altro anno a una delle misure meglio riuscite delle ultime leggi di Stabilità: i crediti di imposta del 65% per il risparmio energetico e del 50% per le ristrutturazioni abitative semplici. I due bonus saranno prorogati soltanto per il 2016 agli stessi livelli di oggi, senza stabilizzazione. L’ecobonus prevede comunque l’ampliamento della platea con risorse per 350 milioni.

Pensione anticipata

Non ci sarà la riforma delle pensioni che era stata prospettata (la manovra viene rinviata al 2016). Restano solo tre misure di flessibilità generalizzata sui pensionamenti. La prima è un aumento della platea residua di esodati, con un’ultima salvaguardia. Si tratta dei profili di esodati già riconosciuti fino alla sesta salvaguardia dell’anno scorso (di cui vengono protratti i termini fino al 1° gennaio 2017) cui s’aggiungerebbero i mobilitati di aziende fallite e del settore edilizia. La seconda misura è la conferma dell’opzione donna ovvero la possibilità di ritiro anticipato con 58 anni e 35 di versamenti per lavoratrici che maturino il requisito entro dicembre (la platea potenziale è di 30mila soggetti). In ultimo viene stanziata un’ulteriore somma per comprire il pagamento dell’indicizzazione delle pensioni, per come imposto dalla Corte Costituzionale qualche mese fa.

Ires e piano per il Sud

Verrà ridotta l’Ires entro una forbice tra i 2 e i 3,5 punti.

Saranno favoriti gli interventi al Sud: è previsto un piano di cantieri da 5 miliardi da mettere in moto nel 2016. Tra le misure ipotizzate anche gli sgravi rafforzati per le assunzioni e fino al 2020, facendo leva sui fondi (già disponibili) del Piano di azione e coesione (Pac).

Sostegno alle famiglie povere

Saranno probabilmente estese le attuali misure di contrasto alla povertà. L’obiettivo è dare un sostegno diretto alle famiglie con minori che vivono in condizioni di disagio estremo (sono 600mila).

Giuseppe Catapano: Poste Italiane debutta a Piazza Affari, oggi via al collocamento

Oggi Poste Italiane debutta a Piazza Affari con il lancio del collocamento. La scelta di quotarsi “ha un significato economico, ma anche per il Paese”, ha detto Francesco Caio, amministratore delegato e direttore generale del gruppo, durante l’evento di presentazione di avvio dell’offerta pubblica di vendita di Poste Italiane.

Il passaggio verso la Borsa “è un passaggio di trasparenza, un passaggio che crea valore per i cittadini”, ma è anche un passo, secondo l’ad Caio “necessario”. Quella di Poste Italiane ricorda “è l’Ipo piu grande d’Europa e garantire un buon passaggio significa garantire un futuro sostenibile per le persone di Poste”. La scelta dunque di approdare a Piazza Affari si colloca all’interno di “una politica industriale di ammodernamento del Paese”.

La quotazione in Borsa delle Poste italiane è “un passaggio necessario per garantire la sostenibilità di lungo termine a questa azienda, che è un pezzo dell’Italia”, aggiunge.

“Abbiamo aperto oggi il road-show, chiuderemo il road-show il 22 ottobre” mentre “il 26-27 ottobre ipotizziamo l’apertura della contrattazione del titolo in Borsa”, replica a chi gli chiede quali saranno i tempi del debutto del gruppo a Piazza Affari.

L’ad di Poste Italiane conferma il piano di 8mila assunzioni in cinque anni. Numeri contenuti nel piano strategico del gruppo che oggi, a Piazza Affari a Milano, ha presentato l’avvio dell’offerta pubblica di vendita di Poste Italiane.

RENZI: ORA RISPONDERA’ A MERCATO – “Poste Italiane va in Borsa: quella che decenni fa era l’azienda conservatrice più corporativa e succube della politica, risponderà agli azionisti e al mercato”, ha scritto il premier Matteo Renzi su Facebook.

VIA AL COLLOCAMENTO – Sul mercato andrà fino ad un massimo del 34,7% del capitale, che salirà al 38,2% (498,3 milioni di azioni) se il Tesoro eserciterà integralmente l’opzione greenshoe prevista. La valorizzazione del capitale della società è stata fissata tra un minimo non vincolante di 7,837 miliardi di euro e un massimo vincolante di 9,796 miliardi. La forchetta prevista è quindi tra i 6 e i 7,5 euro per azione con un valore indicativo dell’operazione tra i 2,7 e i 3,7 miliardi.

Della quota di azioni che andrà sul mercato, il 70% è riservato agli investitori istituzionali e il restante 30% al mercato retail, compresa una tranche di 14,9 milioni di azioni riservate ai dipendenti ai quali saranno garantiti due lotti da 50 azioni l’uno che potranno acquistare chiedendo un anticipo suol Tfr. Poste Italiane, inoltre,premierà la ‘fedeltà’ di chi acquisirà azioni al collocamento e le terrà per almeno un anno con una bonus share del 5% (una azione gratuita ogni venti) che salirà al 10% (una azione gratuita ogni dieci) per i lotti riservati ai dipendenti.

Il modello di privatizzazione, negli obiettivi del Tesoro, “assicurerà la presenza di un azionariato diffuso e la stabilità dell’assetto azionario, anche tenendo conto del servizio di pubblica utilità che Poste Italiane svolge e dei piani di investimento, sviluppo e innovazione digitale che l’azienda ha avviato”.

Si tratta, ha spiegato via Venti settembre nei giorni scorsi, “di una operazione fondamentale del programma di privatizzazioni del Governo, che ha l’obiettivo di rafforzare la società, rendere più efficienti i servizi resi ai cittadini, potenziare il mercato dei capitali e reperire risorse finanziarie da destinare alla riduzione del debito”.

L’agenzia di rating Fitch ha sottolineato che la privatizzazione di Poste Italiane non dovrebbe avere impatti sul rating della società avendo una “importanza strategica per il governo italiano” che per questo, spiega l’agenzia di rating, anche dopo la vendita delle sue quote manterrà “un elevato grado di controllo e supervisore”.

Poste Italia conta su 142mila dipendenti, con una rete capillare di 13mila uffici postali sparsi lungo tutta la penisola. La società gestisce 50 milioni di operazioni al giorno, con 13 milioni di invii postali e 20 mila pacchi, quotidianamente. Inoltre sono 6,2 milioni i conti correnti postali e due milioni i correntisti on line con un totale di 469 miliardi di euro di risparmio gestito. Poste Italiane ha chiuso i primi sei mesi del 2015 con ricavi totali per 16 miliardi di euro (+7%), e un utile netto di 435 milioni contro i 222 dello stesso periodo 2014.

Giuseppe Catapano: Ferrari, Fca lancia l’Ipo: venderà il 10% delle azioni del Cavallino

giucatap134Fca ha annunciato l’Ipo su Ferrari. Venderà così il 10% delle azioni della casa di Maranello, pari a 17,18 milioni di azioni ordinarie. Fca attualmente detiene il 90 per cento della casa automobilistica di lusso. Attualmente l’Ipo è prevista per tra 48 e 52 dollari per azione, e le azioni negozieranno sotto il simbolo, ‘Race’ Ferrari.

”Ubs Investment Bank agisce in qualità di Global Coordinator dell’offerta. UBS Investment Bank e BofA Merrill Lynch agiscono in qualità di bookrunners e rappresentanti delle banche collocatrici per l’offerta. Allen & Company LLC, Banco Santander, BNP Paribas, J.P. Morgan and Mediobanca agiscono anch’esse in qualità di bookrunners per l’offerta”, prosegue la nota Fca.

”Un registration statement, che include un prospetto preliminare e soggetto a completamento, relativo a tali strumenti finanziari è stato depositato presso la SEC, ma non è ancora stato dichiarato efficace. Tali strumenti finanziari non possono essere venduti, né offerte di acquisto possono essere accettate, prima che il registration statement sia divenuto efficace e, anche allora, gli strumenti finanziari potranno essere venduti unicamente in base al registration statement ed al prospetto definitivo. Questo comunicato non costituisce offerta di vendita o sollecitazione di offerte di acquisto di tali strumenti finanziari, né avrà luogo alcuna loro offerta in alcun stato od ordinamento nel quale tale offerta, sollecitazione o vendita sarebbero illegittime prima della registrazione o approvazione in base alle norme applicabili in tale ordinamento -conclude la nota- L’offerta di questi strumenti finanziari avverrà unicamente attraverso un prospetto”.

”Fca prevede di riservare alle banche collocatrici un’opzione per l’acquisto da Fca di ulteriori massime 1.717.150 azioni ordinarie, pari a circa l’1% delle azioni ordinarie di Ferrari”, si legge nella nota di Fca.

”Successivamente alla Ipo, Fca deterrà l’80% di Ferrari (se le banche collocatrici eserciteranno per intero l’opzione di acquisto di azioni addizionali). Ferrari non vende alcuna azione e non riceverà alcun ricavo dalla vendita delle azioni ordinarie da parte di Fca. Questa offerta fa parte in una serie di operazioni volte a separare Ferrari da Fca. A seguito del completamento dell’offerta, Fca prevede di distribuire la sua restante partecipazione dell’80% in Ferrari ai propri azionisti all’inizio del 2016”.

Giuseppe Catapano: Presi i killer di Cocò, il bimbo ucciso in Calabria. “Usato come scudo”

giucatap113Sono stati arrestati dai carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Cosenza i due presunti killer di Antonio Iannicelli, della compagna marocchina Touss Ibtissam, di 25 anni, e del nipotino Nicola Campolongo, di 3 anni – il piccolo Cocò, come tutti lo chiamavano – uccisi e bruciati in auto il 16 gennaio 2014 a Cassano all’Ionio. Si tratta di Cosimo Donato, di 38 anni, e Faustino Campilongo di 39 anni, entrambi già detenuti al carcere di Castrovillari.

Le indagini dei carabinieri hanno consentito di individuare il movente, documentare la sua connotazione tipicamente mafiosa ed evidenziare le dinamiche criminali nel territorio della Sibaritide.

Il piccolo Cocò veniva utilizzato come scudo dal nonno che lo aveva in custodia. Il bambino era stato affidato a lui dopo l’arresto dei genitori, coinvolti in reati di droga. E’ proprio il traffico di stupefacenti il movente del triplice delitto. Iannicelli sapeva di essere in contrasto con il gruppo criminale che opera sulla Sibaritide e probabilmente ha portato con sé il nipotino nell’incontro risultato poi fatale con i suoi assassini. La furia omicida non ha risparmiato il piccolo, che è stato prima ucciso e poi bruciato insieme al nonno e alla compagna in auto.

Cocò conosceva i suoi assassini. E’ una delle ipotesi avanzata dai carabinieri. Secondo quanto emerso nel corso delle indagini, gli autori dell’efferato delitto frequentavano gli stessi ambienti di Iannicelli, da qui l’ipotesi che il nipotino li conoscesse bene e la decisione di non risparmiarlo all’atroce fine a cui era destinato il nonno.

“Non possiamo escludere che il bambino potesse conoscere gli assassini. Quanto accaduto è un’ulteriore cartina di tornasole della spietatezza di un’organizzazione criminale tanto arcaica quanto crudele, ma al tempo stesso proiettata al futuro, mossa da una fame di soldi e di potere che la porta a perseguire l’obiettivo ad ogni costo, fino a compiere i delitti più efferati”, spiega all’Adnkronos il generale Giuseppe Governale, comandante del Ros Carabinieri.

Donato e Campilongo avevano attirato la vittima designata in una trappola. Le celle radio analizzate dal Ros sembrano incastrare i due sul luogo dove venne ritrovata l’auto bruciata con i corpi all’interno. I due erano spacciatori che agivano sotto le direttive di Iannicelli e questo pretendeva che non lavorassero per altri ma nello stesso contesto sono sorti contrasti.

“E’ chiaro che gli autori del delitto avevano messo in preventivo l’eventualità diattirare Iannicelli in un tranello e che c’era la possibilità che l’uomo fosse in compagnia della convivente e del bambino”, afferma il generale Governale.

Dalle indagini è emerso che la cosca degli Zingari temeva che Giuseppe Iannicelli potesse collaborare con la giustizia e per questo motivo lo hanno ucciso. I dissidi con la cosca Abbruzzese erano in corso da tempo e si erano acuiti quando la notizia della possibile collaborazione è iniziata a circolare negli ambienti criminali.

“Riteniamo -ha dichiarato il procuratore distrettuale antimafia di Catanzaro, Vincenzo Lombardo- che abbiano partecipato anche altre persone a questo delitto.Ci sono tracce di altri veicoli presenti nella zona. Sicuramente i due soggetti arrestati oggi hanno partecipato all’occultamento dei cadaveri”.

“Questi arresti – ha affermato il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti – sono di una importanza enorme per quello che è stato commesso e perché abbiamo individuato i responsabili di un delitto atroce che si è consumato non solo con l’uccisione ma anche con la carbonizzazione di un bambino. È un fatto inconcepibile, fuori da ogni contesto di responsabilità”.

”Iannicelli – ha spiegato il procuratore di Catanzaro Vincenzo Antonio Lombardo – era convinto che portare il bambino con sé avrebbe costituito una polizza assicurativa, non pensava che gli avrebbero fatto del male perché erano le regole dell’onorata società”. Il piccolo Cocò conosceva i suoi assassini poiché ”erano amici del nonno, quando andava a Firmo con lui -ha raccontato Lombardo- alloggiava a casa di Donato (uno degli arrestati di oggi, ndr)”. Dunque temevano ”che potesse riconoscerlo e parlarne con i familiari”. Per questo motivo i responsabili di questo delitto non lo hanno risparmiato.

Il premier Matteo Renzi su Facebook ha espresso la sua gratitudine agli inquirenti e alle forze dell’ordine: “Niente potrà sanare il dolore per l’accaduto, ma sono e siamo orgogliosi delle italiane e degli italiani che ogni giorno combattono contro la criminalità e per la giustizia: grazie”.

L’omicidio del piccolo Cocò aveva suscitato l’attenzione di Papa Francesco, che gli aveva rivolto un pensiero e una preghiera in occasione dell’Angelus in piazza san Pietro, il 26 gennaio 2014.

Giuseppe Catapano: Montezemolo, entro la fine del 2016 a Fiumicino ci sarà un terminal dedicato per Alitalia

giucatap133Entro la fine del 2016 nello scalo romano di Fiumicino ci sarà un terminal dedicato per Alitalia. Lo ha annunciato il presidente Luca di Montenzemolo nel corso di una conferenza stampa.
“Non c’è dubbio – ha ricordato Montezemolo – che abbiamo pagato un prezzo molto alto per quello che è successo a Fiumicino, però devo dire che da alcune settimane abbiamo creato gruppo di lavoro con aeroporti di Roma in funzione di progetti chiari, tempistiche chiare, necessità chiare in quanto esigenze di alitalia”. “Abbiamo bisogno – ha aggiunto – avendo scelto Fiumicino come hub, di un terminal dedicato, che sia uno show room, dedicato a nuove rotte fondamentali per l’Italia nel mondo e per Alitalia. Siamo confidenti che a fine 2016 avremo un terminal F totalmente dedicato ad Alitalia”.

Giuseppe Catapano: Tangenti, in manette il vicepresidente della giunta lombarda Mantovani. Indagato Garavaglia

giucatap132Il vicepresidente della Giunta regionale lombarda ed ex assessore alla Sanità Mario Mantovani è stato arrestato con le accuse di concussione, corruzione aggravata e turbata libertà degli incanti, nell’ambito di un’indagine della Procura di Milano. Assieme a lui sono finiti in manette il suo collaboratore Giacomo Di Capua e un ingegnere del provveditorato alle opere pubbliche per la Lombardia e la Liguria, Angelo Bianchi. Secondo quanto confermano fonti investigative, è inoltre indagato per turbativa d’asta anche l’assessore all’Economia del Pirellone, Massimo Garavaglia, ex parlamentare della Lega, perquisito stamane dalla guardia di finanza.
Tra le condotte illecite contestate a Mantovani, gare pilotate sugli appalti per la gestione del trasporto di malati dializzati. Turbative d’asta su opere pubbliche, come la ristrutturazione di alcuni edifici scolastici del comune di Arconate. E ancora, pressioni sul Provveditorato alle opere pubbliche di Lombardia e Liguria per far riacquisire il ruolo di responsabile unico del procedimento ad Angelo Bianchi, sotto inchiesta a Sondrio. Inoltre, stando a quanto si apprende in ambienti giudiziari milanesi, Mantovani avrebbe ottenuto gratuitamente lavori di ristrutturazione in immobili di sua proprietà e in case di riposo riconducibili a sue società in cambio del conferimento di incarichi pubblici all’ingegnere che le ha eseguite. L’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Giulia Perrotti e condotta dal pm Giovanni Polizzi, è nata in seguito all’esposto presentato in Procura da Alfio Leonardi, dirigente del ministero delle Infrasttrutture e dei Trasporti in servizio al Provveditorato delle opere pubbliche della Lombardia e della Liguria. L’arresto di Mantovani, sempre da quanto si è saputo, è stato chiesto nei mesi scorsi ma è stato accolto solo oggi dal gip Stefania Pepe.
Mario Mantovani (FI) sarebbe dovuto intervenire oggi alla “Giornata della Trasparenza” a Palazzo Lombardia. L’incontro, organizzato dalla Regione e dal Consiglio regionale, è iniziato attorno alle 9.30. Alla “Giornata della Trasparenza” era previsto anche l’intervento del governatore Roberto Maroni che, però, avrebbe cambiato programma e non dovrebbe più intervenire all’incontro.

Maroni: sono stupito. “Sono rimasto stupito dell’arresto del vicepresidente e assessore Mantovani e mi auguro che sarà in grado di dimostrare la sua correttezza. Da quanto si apprende, la gran parte delle contestazioni che gli vengono rivolte sono estranee al suo incarico in Regione”, ha dicharato il presidente della Lombardia, Roberto Maroni.

Berlusconi: Mantovani persona corretta, stupiti da inchiesta. “Ci ha stupito molto questa inchiesta di cui non sapevamo nulla. Francamente conosciamo Mantovani come persona corretta e siamo in attesa di notizie”. Lo ha detto Silvio Berlusconi arrivando a Palazzo Madama per un’assemblea con i parlamentari di Forza Italia, commentando l’arresto dell’esponente azzurro in Lombardia.