Gli italiani all’estero sono 4,6 milioni. La Fondazione Migrantes ha presentato il suo decimo Rapporto “Italiani nel mondo”, evidenziando che negli ultimi dieci anni i flussi migratori sono saliti di circa il 50%.In dieci anni, infatti, l’emigrazione italiana è cresciuta “notevolmente”, passando dai 3.106.251 iscritti all’Aire (Anagrafe degli italiani all’estero) nel 2006 ai 4.636.647 iscritti nel 2015, per un incremento pari al 49,3%.
Per quanto riguarda l’età dei nostri migranti, non c’è una grande differenza per le fasce di età interessate, basti pensare che i migranti che superano i 65 anni sono 922.545 (19,9%).
Nel 2014 le età dei nostri gli espatriati sono le seguenti: 62.797 in età lavorativa avendo tra i 18 e i 49 anni; 20.145 sono minori e 7.205 over 65.
Nel decennio i paesi che accolgono le comunità di italiani più numerose sono quelli che mostrano anche le crescite più incisive, come Argentina, Germania e Svizzera. E negli ultimi anni gli italiani si sono diretti prevalentemente in Spagna, Venezuela e, soprattutto dal 2013, in Irlanda, Cina ed Emirati Arabi.
Nelle scelte incidono anche le competenze lavorative e linguistiche richieste dai territori emergenti.
Un aumento è legato soprattutto agli espatri, che nel corso del 2014 hanno raggiunto quota 101.297, superando i 94.127 del 2013, per una crescita pari al 7,6%. A fare le valige sono stati in prevalenza uomini (56,0%), non sposati (59,1%), tra i 18 e i 34 anni (35,8%).
Oggi il 51,4% degli italiani all’estero è di origine meridionale e il gruppo più numeroso proviene dalla Sicilia (713.483).
Si parla anche del fenomeno dei migranti “desideranti”, di coloro che non possono essere definiti “bisognosi”, sono istruiti e partiti per lo più dal Nord Italia e hanno come meta la Germania (14.270).
C’è anche il fenomeno dell’emigrazione per ragioni lavorative, e tra i laureati è in crescita, per l’”euro-mobilità” il titolo di studio posseduto risulta più efficace all’estero. Sono aumentati anche i liceali che trascorrono un anno di studio fuori dall’Italia.
Si è registrata pertanto “una marcata dinamicità delle regioni settentrionali”, tanto che tra i connazionali espatriati nel 2014 la maggior parte proviene dalla Lombardia (18.425). Seguono le partenze da Sicilia (8.765), Veneto (8.720), Lazio (7.981) e Piemonte (7.414). Tra le mete preferite, dopo la Germania, ci sono il Regno Unito (13.425) – primo paese nella precedente rilevazione – la Svizzera (11.092), la Francia (9.020) e l’Argentina (7.225). I migranti “desideranti” sono rimasti in Europa o si sono trasferiti in America e Oceania. In proporzione il paese che presenta la crescita più elevata tra la popolazione italiana nell’ultimo anno è la Colombia (+27,1%; dai 451 espatri del 2013 ai 573 nel 2014), seguito da Germania (+21,6%, da 11.731 a 14.270), Lussemburgo (+19,8%, da 731 a 876) ed Emirati Arabi (+19,3%, da 917 a 1.095). In calo, invece, i trasferimenti in Cina (-0,9%, da 1.000 a 991), Argentina (-3,6%, 7.496 a 7.414), Canada (-3,9%, da 1.610 a 1.548) e Venezuela (-19,8%, da 1.505 a 1.207).
In generale, la maggior parte degli iscritti all’Aire risiede in Europa (53,9%) e in America (40,3%). Al primo gennaio 2015 le donne sono 2.227.964, il 48,1% (+75.158 rispetto 2014) del totale, i minori 706.683 (15,2%).