Giuseppe Catapano: Imprese, S&P promuove le riforme di Renzi. Nel 2016 migliorerà redditività e competitività

giucatap62Alcune “riforme pro-business” del governo Renzi hanno aiutato le imprese, contribuendo a far crescere la fiducia di aziende e consumatori e la produzione industriale.
E’ quanto sostiene un rapporto di S&P, che cita anche fattori esogeni come il Qe, il calo del prezzo delle materie prime e l’euro debole. “Rimane da vedere”, si legge nel rapporto, “se questi stimoli saranno sufficienti per sostenere un ritorno a una crescita significativa per le imprese italiane”.
Secondo il report dell’agenzia di rating, le aziende italiane potrebbero migliorare la loro redditività e competitività nel 2016 in scia alla ripresa delle condizioni economiche e commerciali.
“Le imprese italiane trarranno benefici dal ritorno del Paese alla crescita economica quest’anno, mentre miglioreranno anche le condizioni di finanziamento”, afferma l’analista Renato Panichi.
Alla fine di giugno scorso, gli spread relativi a nuovi prestiti alle imprese italiane sono stati di circa 100 punti base più bassi rispetto a un anno fa. Inoltre le nuove erogazioni sono salite nel primo semestre di 35 miliardi a 225 miliardi, mentre le attività di M&A sono in piena espansione con aziende estere attratte da attività italiane. Gli analisti dell’agenza si aspettano però che anche gli investimenti delle aziende risultino in aumento nel 2015.
Le imprese italiane, tuttavia, devono ancora affrontare un percorso di ripresa più ripido rispetto ai concorrenti europei. La loro redditività, misurata in termini di ritorno sul capitale investito, è stata più debole di quella dei rivali europei negli ultimi anni: il 4,5% nel 2014 contro il 6,2%. Inoltre anche la leva finanziaria, con un debito pari a 3,4 volte l’Ebitda nel 2014, è peggiore della media europea di 3 volte.
Le aziende italiane devono affrontare anche altri svantaggi competitivi come una debole ripresa economica, con un pil previsto in crescita dello 0,7% questo anno contro il 1,6% della zona euro. Oltre a ciò, prosegue S&P, il panorama è dominato da aziende più piccole, che negli ultimi anni non hanno avuto la dimensione per competere sui mercati internazionali e investire nella produzione e nella ricerca per sostenere lo sviluppo del business.
Un’altra debolezza competitiva è rappresentata dalle infrastrutture pubbliche. Gli investimenti pubblici nel settore delle infrastrutture sono stati pari al 2,2% del pil nel 2014, rispetto al 2,9% per l’Unione europea.
“Per queste ragioni, ci aspettiamo che la ripresa sarà limitata a imprese innovative e orientate all’export che sono competitive a livello internazionale e ad aziende più piccole che ristrutturano e consolidano le attività per migliorare la loro redditività”, spiega Panichi.
“La nostra analisi mostra che il divario di redditività tra le aziende con le migliori performance e quelle con le peggiori si è allargato notevolmente nel corso degli ultimi anni. Noi crediamo quindi che l’attuale ripresa sarà di beneficio limitato per quelle società la cui redditività è peggiorata al punto che la leva finanziaria ha raggiunto livelli insostenibili, e per le quali l’unica soluzione è la ristrutturazione”, aggiunge l’analista.
La ristrutturazione e il consolidamento delle attività porteranno significativi benefici nel medio termine, ad esempio in termini di miglioramento della redditività e della competitività, e andrà a beneficio di tutte gli stakeholder. Le relative maggiori efficienze operative aumenteranno probabilmente anche il fascino di queste aziende sia tra gli investitori obbligazionari che tra le banche.
Un calo delle esportazioni italiane a causa di un rallentamento economico nei mercati emergenti e la Cina rappresentano attualmente il principale rischio esterno per la nascente ripresa delle società italiane, conclude il rapporto.

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