Il governo ha superato i primi voti segreto sull’articolo 10 del ddl Boschi respingendo un emendamento Calderoli sulla tutela delle minoranze linguistiche. Ma i no sono stati 153, 131 sì e tre astenuti. E al secondo voto segreto i no sono stati 154, 7 voti in meno rispetto alla maggioranza assoluta. Inizialmente la votazione sull’emendamento del grillino Endrizzi era prevista per parti separate, essendo ammesso il voto segreto solo su una parte dell’emendamento, relativo alle minoranze linguistiche. Poi, il senatore pentastellato ha riformulato l’emendamento, che quindi non è dovuto passare al vaglio dell’assemblea, che avrebbe bocciato la richiesta di voto per parti separate. In questo modo, si e’ potuto procedere al voto segreto. Successivamente, con il ritorno al voto palese, la maggioranza è riasalita a quota 166. Le opposizioni unite, come promesso, hanno cominciato a fare “resistenza passiva” per simboleggiare il fatto di essere “ostaggi” della maggioranza durante il dibattito sul disegno di legge sulle riforme costituzionali. “Le opposizioni, quindi, non faranno ostruzionismo né argomenteranno le loro proposte, ma si limiteranno a votare», aveva annunciato il capogruppo di Ln Gianmarco Centinaio. Una scelta subito criticata dal governo: “Il passivo è solo passivo, non è resistente”, dice il sottosegretario Luciano Pizzetti. “Dov’è la maggioranza che non ascolta?”, chiede Pizzetti dopo aver ricordato che all’ art 1 sono stati recepiti emendamenti dell’ opposizione e attenzione c’è anche su Corte Costituzionale e Quirinale. “È l’opposizione che è sorda”, aggiunge parlando di “azione strumentale». Per il momento comunque le opposizioni non abbandonano i lavori: lo assicura il capogruppo di Forza Italia al senato Paolo Romani, spiegando che poi mercoledì verranno decise le prossime mosse in vista del voto finale e che non escludono di rivolgere un appello al presidente della Repubblica.
In mattinata era passato ll’articolo 7 del ddl, con 166 sì 56 no e 5 astenuti. Dopo il voto, il presidente Grasso aveva annunciato tre richieste di votazioni segrete, dichiarate ammissibili. Su due emendamenti la votazione segreta riguarda tutto il testo, mentre sul terzo emendamento l’ammissibilità è solo su una parte del testo.
Da registrare anche le scintille fra il Movimento 5 stelle e Grasso: “Il nostro gruppo si riunisce alle 10 – ha detto il capogruppo tellato Gianluca Castaldi prendendo la parola in aula – glielo diciamo anche se voi andrete avanti lo stesso. Lei tratta il regolamento del senato come un mensile di Postal market. Stiamo andando verso una deriva e lei è molto responsabile, qui il regolamento non c’è più, il mio gruppo ha bisogno di riunirsi per capire come andare avanti”. “Lei sa benissimo – è stata la replica di Grasso – che c’era la disponibilità a interrompere la seduta alle 12.30, per darvi un’ora fino alle 13.30, questa possibilità non è stata accettata”. Nuove ed infinite le polemiche anche quest’oggi. Dopo l’offerta del leghista Roberto Calderoli di ritirare 35mila emendamenti in cambio di una disponibilità all’esame nel merito di alcune proposte di modifica, il capogruppo di Forza Italia Paolo Romani ha preso la parola per lanciare un appello al confronto: “Sono gli ultimi giorni di lavori sulla riforma Costituzione, la Camera presumibilmente farà una copia conforme del testo che approviamo qua, servono tempi per discutere nel merito”. Un intervento al quale ha replicato il presidente dei senatori democratici, Luigi Zanda: “Appoggio la proposta del presidente Romani – ha affermato – ma non accettiamo tattiche ostruzionistiche funzionali anche a creare un clima turbolento. Noi interveniamo solo sul merito dei provvedimenti: se c’è serietà che ci porta a discutere del merito dei provvedimenti, penso che ogni soluzione organizzativa possa essere trovata. Se invece l’intenzione fosse continuare con un costume parlamentare che è stata anche la causa dell’incidente di due giorni fa (riferimento ai gesti sessisti di due senatori verdiniani nei confronti di due colleghe M5s, ndr), allora chiedo alla presidenza molto rigore nell’utilizzo del regolamento e anche dei tempi assegnati”.
Duro l’intervento del capogruppo della Lega, Gian Marco Centinaio: “Il presidente Zanda ci dice che ci dà il tempo per poter parlare? Chi se ne frega, il presidente Zanda ha dettato le sue condizioni, benissimo, le rimandiamo al mittente. Abbiamo ritirato 35mila emendamenti, se avessimo voluto avremmo già votato l’articolo 7”. Discussione chiusa dal presidente del Senato: “Chiara l’intenzione di tutti i gruppi di andare rapidamente all’esame dei punti più interessanti del provvedimento, passiamo alle votazioni”, ha detto Pietro Grasso riportando i lavori ai voti sugli emendamenti all’articolo 7 del ddl costituzionale.
Giorno: 7 ottobre 2015
Giuseppe Catapano: La Corte Ue dà ragione a uno studente austriaco contro il gigante Facebook
I cittadini europei potranno chiedere di vietare a Facebook o ad altri colossi del web di conservare negli Usa i dati dei propri iscritti: lo ha stabilito la Corte di Giustizia dell’Ue, ribaltando una decisione del 2000 della Commissione europea che riteneva che gli Usa garantissero un livello di protezione adeguato dei dati personali, permettendo così il trasferimento di informazioni riguardati cittadini europei.
Il massimo organo giudiziario comunitario ha accolto la richiesta, al centro di una lunga battaglia giudiziaria contro Facebook, avviata nel 2011 da uno studente austriaco di giurisprudenza, Max Schrems, dopo lo scandalo del programma di sorveglianza della Nsa americana svelato da Esward Snowden. La sentenza fissa un precedente che finirà per riguardare i giganti tecnologici americani presenti in Europa, oltre a Facebook la Apple, Google e Microsoft. Secondo la legislazione comunitaria, si possono trasferire dati personali a un paese terzo solo se questo garantisce un livello di protezione adeguato.
La Corte ha fatto presente che negli Usa le esigenze della sicurezza nazionale prevalgono “sul regime dell’approdo sicuro” per i dati privati dei cittadini europei. Per questo i colossi del web sono obbligati a derogare “senza limiti, alle norme di tutela previste” con il rischio di “ingerenze da parte delle autorità pubbliche americane nei diritti fondamentali delle persone”.
Per la Corte di Lussemburgo, “una normativa che consenta alle autorità pubbliche di accedere in maniera generalizzata al contenuto di comunicazioni elettroniche deve essere considerata lesiva del contenuto essenziale del diritto fondamentale al rispetto della vita privata”.
Intanto Facebook ha sollecitato l’Unione europea e gli Stati Uniti a trovare rapidamente una soluzione dopo la sentenza della Corte di giustizia europea. “E’ imperativo che i governi di Ue e Usa garantiscano che continueranno a fornire metodi affidabili per il trasferimento legale dei dati e che risolveranno tutte le questioni legate alla sicurezza nazionale”, ha fatto sapere Facebook Europe, in un comunicato.
Giuseppe Catapano: Il Nobel per la Fisica al giapponese Kajita e al canadese McDonald per la scoperta sulla massa dei neutrini
Il Nobel per la Fisica 2015 è stato assegnato allo scienziato giapponese Takaaki Kajita e al collega canadese Arthur B. McDonald. Lo ha reso noto l’Accademia svedese a Stoccolma. I due studiosi sono stati premiati per “la scoperta delle oscillazioni del neutrino, che mostra come i neutrini abbiano una massa”.
Giuseppe Catapano: Imprese, S&P promuove le riforme di Renzi. Nel 2016 migliorerà redditività e competitività
Alcune “riforme pro-business” del governo Renzi hanno aiutato le imprese, contribuendo a far crescere la fiducia di aziende e consumatori e la produzione industriale.
E’ quanto sostiene un rapporto di S&P, che cita anche fattori esogeni come il Qe, il calo del prezzo delle materie prime e l’euro debole. “Rimane da vedere”, si legge nel rapporto, “se questi stimoli saranno sufficienti per sostenere un ritorno a una crescita significativa per le imprese italiane”.
Secondo il report dell’agenzia di rating, le aziende italiane potrebbero migliorare la loro redditività e competitività nel 2016 in scia alla ripresa delle condizioni economiche e commerciali.
“Le imprese italiane trarranno benefici dal ritorno del Paese alla crescita economica quest’anno, mentre miglioreranno anche le condizioni di finanziamento”, afferma l’analista Renato Panichi.
Alla fine di giugno scorso, gli spread relativi a nuovi prestiti alle imprese italiane sono stati di circa 100 punti base più bassi rispetto a un anno fa. Inoltre le nuove erogazioni sono salite nel primo semestre di 35 miliardi a 225 miliardi, mentre le attività di M&A sono in piena espansione con aziende estere attratte da attività italiane. Gli analisti dell’agenza si aspettano però che anche gli investimenti delle aziende risultino in aumento nel 2015.
Le imprese italiane, tuttavia, devono ancora affrontare un percorso di ripresa più ripido rispetto ai concorrenti europei. La loro redditività, misurata in termini di ritorno sul capitale investito, è stata più debole di quella dei rivali europei negli ultimi anni: il 4,5% nel 2014 contro il 6,2%. Inoltre anche la leva finanziaria, con un debito pari a 3,4 volte l’Ebitda nel 2014, è peggiore della media europea di 3 volte.
Le aziende italiane devono affrontare anche altri svantaggi competitivi come una debole ripresa economica, con un pil previsto in crescita dello 0,7% questo anno contro il 1,6% della zona euro. Oltre a ciò, prosegue S&P, il panorama è dominato da aziende più piccole, che negli ultimi anni non hanno avuto la dimensione per competere sui mercati internazionali e investire nella produzione e nella ricerca per sostenere lo sviluppo del business.
Un’altra debolezza competitiva è rappresentata dalle infrastrutture pubbliche. Gli investimenti pubblici nel settore delle infrastrutture sono stati pari al 2,2% del pil nel 2014, rispetto al 2,9% per l’Unione europea.
“Per queste ragioni, ci aspettiamo che la ripresa sarà limitata a imprese innovative e orientate all’export che sono competitive a livello internazionale e ad aziende più piccole che ristrutturano e consolidano le attività per migliorare la loro redditività”, spiega Panichi.
“La nostra analisi mostra che il divario di redditività tra le aziende con le migliori performance e quelle con le peggiori si è allargato notevolmente nel corso degli ultimi anni. Noi crediamo quindi che l’attuale ripresa sarà di beneficio limitato per quelle società la cui redditività è peggiorata al punto che la leva finanziaria ha raggiunto livelli insostenibili, e per le quali l’unica soluzione è la ristrutturazione”, aggiunge l’analista.
La ristrutturazione e il consolidamento delle attività porteranno significativi benefici nel medio termine, ad esempio in termini di miglioramento della redditività e della competitività, e andrà a beneficio di tutte gli stakeholder. Le relative maggiori efficienze operative aumenteranno probabilmente anche il fascino di queste aziende sia tra gli investitori obbligazionari che tra le banche.
Un calo delle esportazioni italiane a causa di un rallentamento economico nei mercati emergenti e la Cina rappresentano attualmente il principale rischio esterno per la nascente ripresa delle società italiane, conclude il rapporto.
Giuseppe Catapano: Centrodestra, incontro Berlusconi-Salvini: c’è stata piena sintonia
“E’ vero, domenica sera ad Arcore l’incontro c’è stato, come è normale che sia fra due leader di partiti della stessa coalizione”. Il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, e il segretario federale della Lega Nord, Matteo Salvini affidano a una nota, diffusa dall’ufficio stampa ‘azzurro’, la messa a punto dopo il vertice, e spiegano: “Abbiamo sofferto entrambi per la sconfitta del nostro Milan ma sulle questioni politiche c’e’ stata piena sintonia su tutto”.
Si riflette nel centrodestra. Riflette soprattutto Denis Verdini. “Renzi è molto preparato, è simpatico, è empatico, ha le caratteristiche dei leader. Berlusconi è unico, è stato il grande innovatore della politica italiana ha cambiato questo paese anche nei gusti e nelle abitudini”. E’ il pensiero di Denis Verdini, che spiega che “in FI comanda Berlusconi, non c’è discussione. L’accordo del Nazareno è saltato per mancanza di convincimento, quando le cose si usurano poi e’ come la tela, si strappa”. Per Verdini “con Berlusconi la rottura è stata politica, non umana. Il resto sono dietrologie, nessun accordo sotterraneo. Io ho grande stima del presidente Berlusconi e ogni volta che posso lo ribadisco, abbiamo diversità di opinioni che sono maturate”.
Giuseppe Catapano: Sawiris investe sul maxi-data center Supernap alle porte di Milano
Sono già partiti a Siziano (Pv), non lontano da Milano, i lavori per la realizzazione del data center da 300 mln di euro di Supernap International, partnership tra Switch Supernap e Acdc Fund, partecipato da Orascom Tmt Investments dell’imprenditore egiziano Naguib Sawiris e Accelero Capital.
Supernap International detiene i diritti esclusivi per la progettazione e realizzazione dei data center Supernap al di fuori degli Stati Uniti e l’Italia è il Paese prescelto per la costruzione del primo data center di questo tipo in Europa che si propone di diventare un vero e proprio punto di riferimento per tutto il settore.
All’interno di un’area di 100.000 metri quadrati, il data center di Siziano sarà il più grande in Italia e il più avanzato in Europa. Con una superficie di 42.000 metri quadrati, è progettato sulla base della più avanzata tecnologia, multi-tenant, Tier IV del data center di Supernap in Las Vegas, che soddisfa gli elevati standard delle tre seguenti certificazioni: “Tier IV Facility”, “Tier IV Design” e “Tier IV Gold Operations” dell’Uptime Institute.
“Ho sempre creduto nelle potenzialità dell’Italia e investito nel suo sviluppo”, ha commentato Naguib Sawiris, presidente di Orascom Tmt Investment. “Questo nuovo progetto si inserisce in un contesto importante di evoluzione infrastrutturale del Paese, che mi piace e sono felice di poter supportare, partendo dalla consapevolezza del ruolo sempre più centrale e strategico dei data center”.
Giuseppe Catapano: Fisco, all’Ecofin raggiunto l’accordo sullo scambio automatico di informazioni
I ministri dell’Economia dei Ventotto hanno raggiunto oggi un accordo sullo scambio automatico di informazioni sui cosiddetti “tax ruling”, ovvero i trattamenti fiscali per le società nei diversi paesi Ue.
“E’ un passo avanti nella lotta contro l’evasione fiscale e la frode fiscale”, ha commentato il presidente di turno dell’Ecofin, il ministro lussemburghese Pierre Gramegna.
Giuseppe Catapano: L’Italia bombarderà l’Isis in Iraq. Difesa, solo ipotesi. Grillo, intervenga il Quirinale
Gli aerei italiani in forza alla coalizione anti-Isis “nelle prossime ore” avranno l’incarico di bombardare in Iraq sulla base di accordi col comando Usa. Lo sostiene oggi il Corriere della Sera. I velivoli italiani sono stati inviati in una base aerea in Kuwait. Ci sono a disposizione quattro Tornado, un aereo-cisterna e alcuni droni Predator non armati. “La portata della partecipazione italiana cambia ora radicalmente con il via ai bombardamenti. I Tornado, configurati inizialmente per la ricognizione e l”illuminazione’ degli obbiettivi, assumeranno le loro piene caratteristiche di cacciabombardieri e dunque colpiranno direttamente i bersagli individuati in base alle nuove regole di ingaggio. Come fanno peraltro, in Iraq, gli aerei di Paesi ben più piccoli del nostro. Fino a nuovo ordine continueranno invece a non bombardare i tedeschi”, si legge nell’articolo del Corsera. La decisione di bombardare in Iraq, e non in Siria, è legata al fatto che il governo di Baghdad ha chiesto a Roma d’intervenire e questo – secondo il Corriere – fornisce una cornice legale all’intervento. Il ministero della Difesa, però, precisa che “sono solo ipotesi da valutare assieme agli alleati e non decisioni prese che, in ogni caso, dovranno passare dal Parlamento”.
“Escludo che possa essere stata autorizzata alcuna iniziativa oltre quelle già note e discusse dal Parlamento”, ha detto, invece, Nicola Latorre, presidente della commissione Difesa di Palazzo Madama. “In quanto membro della coalizione internazionale contro lo Stato Islamico – ha sottolineato l’esponente Pd – possono esserci certamente rivolte nuove richieste per un ulteriore contributo del nostro Paese alla battaglia contro il terrorismo, ma queste richieste – ricorda – devono prima essere valutate e poi eventualmente autorizzate previa discussione e approvazione del Parlamento italiano”. Intanto, M5S e Sel chiedono che la ministra della Difesa Roberta Pinotti riferisca in Parlamento sull’ipotesi che anche l’Italia partecipi con i suoi aerei ai bombardamenti in Iraq contro l’Isis. Mentre il leader del M5S, Beppe Grillo, chiede l’intervento del presidente della repubblica, Sergio Mattarella: “L’Italia non può entrare in guerra senza che prima non ci sia stato un dibattito parlamentare, un’approvazione da parte del parlamento e un’approvazione da parte del presidente della Repubblica. Sergio Mattarella dove sei? Pacifisti con le bandiere arcobaleno dove siete finiti? A girare le frittelle con Verdini e il Bomba (in nomen omen) alle feste dell’Unità? L’Italia bombarderà l’Iraq in funzione anti-Is. E’ un’azione di guerra e come tale dovrebbe essere discussa e approvata dal parlamento, non in modo autonomo da un governo prono alla Nato”. “Vale la pena di ricordare che, solo qualche giorno fa – prosegue il leader M5s – i caccia della Nato hanno bombardato per più di mezz’ora il centro traumatologico di Medici Senza Frontiere a Kunduz City,sono state uccise oltre venti persone tra cui tre bambini. Secondo Msf ci sono tra le vittime: otto infermieri, tre medici, sei guardie di sicurezza e un farmacista”. Mattarella, dal canto suo, in un’intervista alla russa Tassa aveva già chiarito il proprio pensiero su terrorismo e guerra all’Isis: “E’ necessaria la collaborazione di tutti. Iniziative unilaterali non riescono a risolvere ed affrontare adeguatamente il problema. Occorre una collaborazione internazionale con strategie e azioni comuni. Per sconfiggere il terrorismo fondamentalista è “necessaria una risposta di collaborazione di tutti i Paesi nell’ambito della comunita’ internazionale” e “iniziative unilaterali non riescono a risolvere ed affrontare adeguatamente il problema”.

