Giuseppe Catapano: Rimpatrio capitali da incubo

giucatapProfessionisti sui carboni ardenti sulla proroga della voluntary disclosure. Si apre un week-end al cardiopalma, dopo che il consiglio dei ministri, ieri, ha discusso, ma non approvato, il decreto legge sulla finanza pubblica che contiene la proroga per le istanze di voluntary disclosure al 30 novembre e il completamento della pratica a fine dicembre (si veda ItaliaOggi di ieri). Tutto rinviato al 29 settembre. E l’effetto è che gli studi dovranno comunque, in assenza di notizie ufficiali, sfruttare ogni ora di qui alla fatidica data per almeno presentare più pratiche possibile (c’è poi un mese per perfezionarle). Ieri il sottosegretario al ministero dell’economia, Enrico Zanetti, in mattinata ha confermato l’arrivo del decreto ma poi, nel prosieguo della giornata, ha annunciato il rinvio per ragioni tecniche a martedì 29 settembre, il giorno prima della scadenza.

Oltre alle norme sulla voluntary e la clausola sulle accise,infatti, farebbero parte del decreto anche misure sull’appostamento nei bilanci delle Regioni delle somme destinate al pagamento dei debiti della P.A., lo slittamento dei termini delle delibere comunali su Tasi, Imu, Tari e addizionali Irpef fino a norme sulla pulizia nelle scuole.

Ma alla base delle “ragioni tecniche” del rinvio ci sonopresumibilmente le stesse ragioni all’origine dell’apparente malavoglia del dicastero dell’economia guidato da Pier Carlo Padoan nel rilasciare la proroga della voluntary disclosure: tenere sulle corde gli studi professionali e ricevere entro il 30 settembre quante più istanze possibili.

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