Sessanta milioni di euro per sostenere gli avvocati più giovani e i legali in stato di bisogno. È questo il «tesoretto» che Cassa forense ha deciso di stanziare per aiutare i propri iscritti che, anche per effetto della crisi, si trovano in situazione di disagio. Grazie all’ultimo via libera arrivato ieri pomeriggio dal ministero del lavoro, dopo quelli già dati da giustizia ed economia, è stato infatti completato l’iter formale del nuovo regolamento sull’assistenza messo a punto a gennaio dal Comitato dei delegati della Cassa forense. Operatività delle nuove disposizioni: primo gennaio 2016. A darne notizia in tempo reale sono stati, ieri, a Rimini, nel corso dell’XI Conferenza nazionale dell’ente di previdenza ed assistenza degli avvocati, il presidente della Cassa Nunzio Luciano, e il vicepresidente vicario Santi Geraci. «Siamo molto soddisfatti, è una promessa mantenuta per tutti i nostri iscritti», ha commentato a caldo Luciano. Unico possibile dubbio operativo, che però, secondo il presidente di Cassa forense non inficia la partenza delle nuove previsioni, viene da una osservazione fatta dal ministero del lavoro nel proprio parere, che subordinerebbe lo stanziamento dei 60 mln all’approvazione del bilancio di esercizio 2015 dell’ente, facendo così ipotizzare per il 2016 la possibilità di utilizzare «solo» i 20 milioni che fino a oggi Cassa forense ha stanziato, come ogni anno, per l’assistenza. La necessità di arrivare a una riforma delle forme di assistenza per la professione forense ha subìto un’accelerazione nel corso degli ultimi anni. Il regolamento, varato nel gennaio scorso dall’ente, riscrive infatti completamente la precedente normativa che, per la sua limitatezza operativa, ha fatto accumulare, in questi anni, nelle casse dell’istituto, oltre 160 milioni di euro rimasti inutilizzati. Quelle somme, d’ora in avanti, potranno essere utilizzate dalla cassa in favore dei propri iscritti non solo con una maggiore flessibilità, ma soprattutto dando copertura a un maggior numero di eventi rispetto a quanto fosse possibile fare oggi, come, per esempio, per dare agevolazioni all’accesso al credito ai giovani legali che vogliano avviare uno studio professionale o costituire studi associati o società tra professionisti, ma anche per far avere borse di studio per l’acquisizione di specifiche competenze professionali. Ampliate anche le prestazioni a sostegno della famiglia, della salute e in generale, dei professionisti «in stato di bisogno».