Giuseppe Catapano: L’Ocse taglia le stime, nel 2016 il pil italiano crescerà dell’1,3% (rispetto al previsto +1,5%)

img947050L’Ocse ha tagliato le stime sul pil italiano del 2016, ora visto in crescita dell’1,3% rispetto al +1,5% previsto a giugno. Lo si legge nell’Interim Global Economic Assessment dell’organizzazione parigina, che ha in compenso rivisto in lieve rialzo le stime sul 2015 (da un +0,6% a un +0,7%).
Il pil globale, cresciuto del 3,3% nel 2014, è visto in espansione del 3% nel 2015 (+3,1% secondo le stime di giugno) e del 3,6% nel 2016 (+3,8% a giugno). La revisione al ribasso, spiega l’organizzazione di Parigi, è legata principalmente al rallentamento delle economie emergenti, per le quali le previsioni di crescita sono state tutte corrette in senso negativo.
La Cina è prevista in crescita del 6,7% nel 2015 (+6,8% a giugno) e del 6,5% nel 2016 (+6,7% a giugno), in frenata rispetto al +7,4% del 2014. Stabili le prospettive dell’India (+7,2% nel 2015, stesso dato del 2014, e +7,3% nel 2016) mentre il ruolo di “grande malato” va al Brasile, la cui economia è prevista in contrazione del 2,8% nel 2015 e dello 0,7% nel 2016 (le precedenti previsioni puntavano, rispettivamente, a un -0,8% e a un +1,1%).
L’area Euro è invece vista in crescita dell’1,6% quest’anno (+1,5% a giugno) e dell’1,9% l’anno venturo (+2,1% a giugno). Se le previsioni relative al 2015 per Francia (+1%) e Germania (+1,6%) sono piuttosto stabili, quelle per il 2016 sono state riviste al ribasso (da +1,7% a +1,4% per la Francia e da +2,4% a +2% per la Germania.
Invariate le previsioni per il Regno Unito (+2,4% nel 2015 e +2,3% nel 2016, mentre quelle per gli Usa sono state corrette al rialzo per il 2015 (da +2% a +2,4%) e al ribasso per il 2016 (da +2,8% a +2,6%).
In lieve peggioramento le stime sul Giappone (+0,6% nel 2015 e +1,2% nel 2016, da confrontare con il +0,7% e il +1,4% delle previsioni di giugno).
Le prospettive di crescita dell’economia mondiale “si sono leggermente indebolite e sono diventate meno chiare nei mesi recenti”, spiega l’Ocse, che sottolinea come “la crescita del commercio globale sia entrata in una fase di stagnazione e le condizioni finanziarie si siano deteriorate”. “La ripresa sta nondimeno progredendo nelle economie avanzate ma le prospettive sono peggiorate ulteriormente per molte economie emergenti”, prosegue l’organizzazione di Parigi, “la crescita globale rimarrà inferiore alla media nel 2015; è previsto un certo rafforzamento nel 2016 ma i dubbi sulla crescita potenziale futura continuano a crescere”.
Il rischio principale è la frenata della Cina. Il “rischio chiave” per la crescita globale, sottolinea l’Ocse, è “un rallentamento maggiore del previsto in Cina”. “Combinato con le turbolenze finanziarie, potenzialmente esacerbate dalla prima fase della stretta nella politica monetaria Usa, ciò avrebbe serie ripercussioni sull’economia globale, in particolare, alcune economie emergenti, già colpite in termini di perdita di volumi di commercio e/o deterioramento delle condizioni finanziarie, sono vulnerabili a ulteriori shock finanziari attraverso i canali dell’esposizione al debito”.
Monito alla Fed: agisca con gradualità. La Federal Reserve che oggi inizia il cruciale direttivo di due giorni sui tassi, “avrà bisogno di iniziare ad aumentare presto il costo del denaro dagli attuali livelli prossimi allo zero, alla luce della solida crescita dell’economia Usa e delle preoccupazioni per le distorsioni dei prezzi delle attività” ma è opportuno che agisca in modo graduale.
“Dato che gli indicatori non puntano a forti pressioni sui prezzi e che permangono debolezze nell’attività economica interna e globale, i tassi dovrebbero salire solo a un ritmo graduale”, si legge ancora nel documento, “in questo contesto, le tempistiche del primo rialzo faranno poca differenza sul risultato”.

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