Giuseppe Catapano: Al via Organic Week, il bio protagonista del dibattito sull’alimentazione

organic_weekTre giornate dedicate all’agricoltura biologica, con approfondimenti sul tema del suolo, della produzione sostenibile e del futuro dell’agricoltura. E’ iniziara in mattinata Organic Week, l’iniziativa nata dalla collaborazione tra BolognaFiere e Fiera di Norimberga con il supporto in termini di contenuti di Ifoam, Organics International e di FederBio, che si tiene al Parco della Biodiversità in Expo (l’area tematica realizzata da BolognaFiere e dedicata all’agricoltura biologica e alla biodiversità), fino a sabato 5 settembre.

Le due principali realtà fieristiche promotrici del bio, BolognaFiere con Sana, il Salone Internazionale del Biologico e del Naturale (la cui 27ima edizione si svolge dal 12 al 15 settembre a Bologna) e Fiera di Norimberga con Biofach, rendono protagonista il bio all’interno del grande dibattito sull’alimentazione e sul cibo che si sta svolgendo sul grande palcoscenico dell’Esposizione Universale. Una tre giorni il cui titolo del programma “Our Daily Biodiversity! – Organics and More” sottolinea quanto la sfida per la tutela della biodiversità sia una questione “quotidiana” da affrontare costantemente per promuovere un modello agricolo e di sviluppo che sia sostenibile nel tempo.

Giuseppe Catapano: Aprite gli ombrelli, arriva il ciclone Poppea. Sabato possibile nubifragio a Roma

pioggia_ombrello_xinAprite gli ombrelli, arriva il ciclone Poppea. Già dalla giornata di venerdì si prevedono temporali al Nord, che con il passare delle ore si trasferiranno anche al Centro, con nubifragi tra Toscana e Lazio. Sabato mattina possibile nubifragio a Roma. Domenica più sole e clima settembrino. A riferirlo sono gli esperti del sito ilmeteo.it

Oggi il tempo sarà caratterizzato da correnti instabili che portano nubi e piogge su diverse aree del Nord, più intense in giornata tra Piemonte e Lombardia, anche con temporali forti, e fenomeni spesso forti la sera tra il Trentino, il Bellunese e il Friuli. Nubi irregolari in transito tra Toscana, Umbria e Marche, ma senza piogge o qualche rovescio su Marche. Ampio soleggiamento altrove al Centro, bello e caldo al Sud.

Giuseppe Catapano: Riaperta la stazione di Budapest, assalto dei migranti ai treni

01092015_101118687La principale stazione ferroviaria di Budapest è stata riaperta alle centinaia di migranti che per due giorni sono rimasti davanti all’ingresso. Secondo quanto riferito dai media locali, dopo che la polizia ungherese ha lasciato l’ingresso della stazione, i migranti hanno iniziato a stiparsi all’interno di un treno. Il primo convoglio con i migranti è partito. E’ diretto a Sopron, al confine ungherese con l’Austria. E’ previsto anche un altro treno per la stessa destinazione.

ORBAN A BRUXELLES – Proprio oggi il premier dell’Ungheria, Viktor Orban, ha incontrato a Bruxelles il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, per discutere dell’emergenza migranti. Il forte afflusso di migranti in Ungheria “non è un problema ungherese, ma tedesco. Nessuno vuole stare in Ungheria o in Estonia. Tutti vogliono andare in Germania”, ha detto il premier ungherese al termine di un incontro con il presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz. In ogni caso, ha sottolineato, tutti i migranti attualmente alla stazione di Budapest “saranno registrati”.

“Il trattato di Schengen è minacciato. Noi ungheresi beneficiamo della libertà di circolazione e vogliamo difenderla. E per questo difendiamo le frontiere esterne”, ha sottolineato. Per Orban “i cittadini ungheresi ed europei sono pieni di paura perché i premier e i leader politici europei hanno dimostrato di non essere in grado di gestire la situazione”.

Il premier ungherese ha sottolineato che “controllare le frontiere esterne è compito degli Stati membri. Nell’ultimo vertice europeo avevamo deciso che i Paesi di Schengen dovessero rafforzare i controlli alle frontiere esterne e sono venuto a Bruxelles a dire che l’Ungheria ha fatto tutto il possibile per applicare le regole, installando delle barriere fisiche e aumentando i controlli”. Per questo, ha aggiunto, “non bisogna criticare l’Ungheria per quello che il Paese è obbligato a fare per rispettare le regole europee”.

“Se l’Unione europea continua con questa politica migratoria, che accetta chiunque, arriveranno ai suoi confini decine di milioni di persone” ha incalzato Orban al termine di una seria di incontri con i vertici delle istituzioni Ue. “Moltissime delle persone che arrivano ai confini della Ue non sono rifugiati, ma sono alla ricerca di una vita migliore. Non dobbiamo però creare illusioni, se si accetteranno tutti, sarà la fine dell’Europa”, ha aggiunto.

Per il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz per alleviare i problemi causati dal forte afflusso di migranti in Europa “serve un sistema di redistribuzione basato su parametri giusti. Se si concentrano tutti i migranti in pochi Paesi, quello diventa un problema”. Schulz ha riconosciuto che “il trattato di Schengen è minacciato”, ma ha definito “sbagliato” l’approccio di Orban alla gestione dell’immigrazione, definita un problema tedesco.

“E’ sbagliato dire che tutti i migranti vogliono andare in Germania. E’ vero che l’Ungheria è sotto pressione, ma servono regole comuni per affrontare questo fenomeno”. Schulz ha invitato a “trovare una base comune per gestire l’immigrazione legale verso l’Europa e regole comuni per la protezione temporale dei richiedenti asilo. Anche per l’Ungheria sarebbe meglio far parte di una soluzione comune”.

Il presidente del Consiglio Ue, Donald Tusk, durante un incontro a Bruxelles Orban ha detto: “E’ lecito ritenere che vedremo più di mezzo milione di arrivi irregolari alle frontiere europee quest’anno, si tratta in parte di richiedenti asilo provenienti dalla Siria e da altrove”, ha spiegato il funzionario avvertendo che l’Ue intende adempiere alle proprie responsabilità ai sensi della Convenzione delle Nazioni Unite sui rifugiati, ma “questo non può essere fatto sacrificando l’ordine pubblico”.

ESODO SENZA FINE – Intanto, continuano gli sbarchi. E’ arrivata a Cagliari qualche minuto dopo le 7 la nave norvegese Siem Pilot con a bordo 781 migranti salvati a largo delle coste libiche tra domenica e lunedì nelle operazioni di salvataggio coordinate dalla Guardia costiera italiana.

La nave con i migranti, dei quali 595 uomini, 175 donne e 11 bambini, che ha a bordo anche quattro cadaveri, è attraccata al Molo Rinascita dov’è stato allestito il punto di prima assistenza della Protezione civile regionale.

Giuseppe Catapano: 9mila euro di pedaggi non pagati sull’A14, è caccia all’auto fantasma

Autostrada_casello_inf-kxFE--1280x960@ProduzioneE’ ormai ricercata in tutte le autostrade italiane la macchina che, da due e mezzo, riesce a non pagare il pedaggio. Come si legge su ‘Rimini Today’, il primo passaggio dell”auto fantasma’ risale a marzo 2013 al casello dell’A14 di Cattolica.

Da allora, sfruttando quasi sempre il trucchetto di infilarsi dietro alle auto che utilizzano la corsia del Telepass per poter uscire impunemente dai vari caselli, la macchina di grossa cilindrata con targa straniera ha accumulato quasi 9mila euro di pedaggi non pagati.

Regolarmente fotografato dalle telecamere, gli inquirenti a causa di quella targa straniera non riescono a risalire al proprietario che, dopo lunghi viaggi in tutta Italia, sembra tornare regolarmente tra Cattolica e Riccione.

Per il guidatore è già pronta un’accusa di truffa e insolvenza fraudolenta.

Giuseppe Catapano: Culle sempre più vuote in Italia, meno di 500mila neonati nel 2015

culla_inf-k8rD--1280x960@WebLe cicogne disertano i cieli della Penisola. “Le culle italiane sono sempre più vuote: il bollettino demografico dell’Istat relativo ai primi 3 mesi dell’anno riporta 118.498 nati, il 3,71% in meno rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. Se il trend continuerà, dunque, prevediamo quest’anno una riduzione di natalità quasi doppia rispetto al 2014, con per la prima volta nella storia meno di mezzo milione di bebè della ‘classe 2015′”. Parola di Italo Farnetani, pediatra di Milano autore del volume ‘Da 0 a 3 anni’, che da tempo studia l’andamento della natalità nel nostro Paese.

“Il primo trimestre – spiega l’esperto all’AdnKronos Salute – è indicativo per quanto riguarda l’andamento delle nascite dell’anno. Ebbene, nei primi tre mesi del 2015 la riduzione di natalità è stata quasi doppia rispetto al 2014, quando già c’era stato un -2,13% (pari a 2.691 nati in meno) rispetto allo stesso periodo del 2013. Un dato poi confermato su base annua: -2,27%. Quest’anno nel primo trimestre abbiamo avuto 4.568 nati in meno, che in proiezione diventeranno 19 mila in meno a fine anno. In tutto, infatti – spiega – arriveremo a circa 483 mila neonati quest’anno: per la prima volta saremo sotto quota mezzo milione di nati. Un primato negativo che ritengo sia collegato alla crisi”.

Se la perdita progressiva di culle “negli ultimi anni era stata compensata solo dagli stranieri, i numeri – sottolinea Farnetani – ci dicono che anche loro fanno meno figli. Nel 2014 i neonati figli di genitori stranieri erano il 14,93% del totale”. Insomma, il trend sembra ‘contagioso’. La natalità “è il miglior indicatore dell’economia reale del Paese. Lo si è visto in questi anni. E la riduzione di nascite – aggiunge il pediatra – è figlia di una situazione difficile, incerta, oltre che di politiche che non hanno favorito una scelta simile”.

La buona notizia, però, è che “se abbiamo davvero visto il fondo di questa brutta e lunga crisi, come alcuni dati lasciano credere, gli effetti non tarderanno a vedersi. Anche i dati sui contratti a tempo indeterminato e le assunzioni annunciate con la ‘Buona scuola’ potrebbero spingere le giovani famiglie a pensare di allargarsi e mettere in cantiere un bimbo”. In questo caso, “dal momento che il periodo maggiore di concepimento in Italia tradizionalmente coincide con le vacanze di Natale e fine anno, complice anche il mix benevolo di luce e temperature, attorno a settembre-ottobre 2016 dovremmo vedere un’inversione di tendenza rispetto alle nascite”, conclude Farnetani.

Aylan, morire a 3 anni in mare. Il papà: “Ho provato a salvare i miei figli”

A cura di: Giuseppe Catapano

bimbi_migranti_doppia_2-U301524295365zOC--1280x960@WebIl barcone che si capovolge, l’onda che gli porta via i suoi due figli che teneva stretti a sé, l’arrivo della guardia costiera turca quando ormai non c’è più niente da fare. Sono le immagini della tragedia che ancora ha negli occhi Abdullah al-Kurdi, il padre del piccolo Aylan, il bimbo siriano di tre anni trovato senza vita sulla spiaggia di Bodrum , in Turchia, la cui foto è diventata il simbolo della tragedia dell’immigrazione.

Abdullah, fuggito con la sua famiglia da Kobane, la città curda assediata lo scorso anno dai jihadisti dello Stato islamico (Is), ha perso in mare due figli e la moglie. “Ho tentato di salvare i miei ragazzi”, ha raccontato disperato a Radio Rozana, una stazione radiofonica vicina all’opposizione siriana, ma non c’è stato nulla da fare. “Li stringevo entrambi quando la barca si è capovolta, ma un’onda alta prima ha ucciso mio figlio più grande, Galip, e poi si è presa il più piccolo”, ha aggiunto l’uomo. Anche la moglie Rehan è morta nell’incidente.

Il corpo di Aylan al-Kurdi sarà seppellito nella cittadina curda di Kobane, in Siria, ha riferito all’agenzia Dpa Idriss Nassan, portavoce delle forze curde nel nord della Siria, spiegando che il piccolo sarà seppellito insieme al fratello Galip, di cinque anni, e alla madre Rehan, nella città da cui erano fuggiti, teatro nei mesi scorsi di violenti scontri con i jihadisti del sedicente Stato islamico (Is). Il padre Abdullah, sopravvissuto nel naufragio di ieri, nel fine settimana sarà a Kobane per seppellire i suoi cari.

Nel raccontare la tragedia, il padre del piccolo Aylan ha spiegato che, come migliaia di migranti, in passato aveva provato “diverse volte” a raggiungere l’Europa attraverso i barconi dei trafficanti di esseri umani, ma tutti i precedenti tentativi erano “falliti” a causa dell’intervento della guardia costiera turca. “Stavolta ero riuscito, con l’aiuto di mia sorella e mio padre, a mettere insieme 4mila euro per fare questo viaggio”, ha aggiunto Abdullah, che in Siria faceva il parrucchiere.

L’uomo ha affermato che ad un tratto la piccola imbarcazione di cinque metri sulla quale viaggiava con i suoi familiari è stata colpita da diverse onde, quando erano a metà circa della traversata. “Improvvisamente abbiamo visto il trafficante turco saltare in mare e ci hanno lasciati soli a lottare per le nostre vite – ha aggiunto – Sono restato tre ore in mare fino all’arrivo della guardia costiera turca”. Secondo i media canadesi, Abdullah e la sua famiglia avevano chiesto asilo in Canada prima di tentare il tragico viaggio, ma la richiesta era stata respinta. Le autorità turche, intanto, hanno arrestato quattropersone sospettate di responsabilità nella morte di Aylan. Hanno tutte tra i 30 e i 41 anni e apparentemente sono di nazionalità siriana.

La famiglia del bimbo trovato senza vita sulla spiaggia di Bodrum in Turchia, la cui foto ha fatto il giro del mondo provocando l’indignazione internazionale, aveva chiesto asilo in Canada prima di tentare il tragico viaggio, ma la richiesta era stata respinta. A rivelarlo è stata una zia del piccolo che vive a Vancouver al quotidiano Canada’s National Post, spiegando che già in passato aveva cercato di aiutarli a lasciare il Medio Oriente. Il bambino si chiamava Aylan Kurdi, aveva tre anni. È morto, insieme con il fratellino di cinque anni, Galip e la madre Rehan. Avevano lasciato la città assediata di Kobane lo scorso anno per fuggire all’avanzata dello Stato Islamico.

“Ero pietrificata”. Così la fotoreporter turca Nilufer Demir ha descritto il momento in cui ha visto il corpo del piccolo Aylan Kurdi riverso sulla spiaggia sulla costa egea della Turchia, un attimo prima di scattare le foto che hanno fatto il giro del mondo. “In un primo momento, quando ho visto quel bimbo, ero pietrificata”, ha raccontato la fotoreporter dell’agenzia Dogan, aggiungendo di aver poi pensato che immortalare quella scena era un suo dovere professionale, nella speranza che, grazie a quello scatto, “qualcosa possa cambiare”.

La giovane fotografa ha scattato la foto ieri mattina intorno alle 6, sulla spiaggia di Akyarlar, nella provincia di Bodrum. “Aylan Kurdi, di tre anni, giaceva senza vita a faccia in giù, tra la schiuma delle onde – ha raccontato – nella sua t-shirt rossa e nei suoi pantaloncini blu scuro, piegati all’altezza della vita. L’unica cosa che potevo fare era fare in modo che il suo grido fosse sentito da tutti”. Il fratello di Aylan, “Galip, giaceva a 100 metri – ha spiegato Demir – Mi sono avvicinata e ho visto che non aveva giubbetto salvagente, braccioli galleggianti o qualunque cosa che potesse aiutarlo a restare a galla. Un’immagine che dimostra quanto sia stato drammatico quell’incidente”.