Catapano Giuseppe: Fmi e Ocse su andamento economia

Il Fondo Monetario Internazionale riafferma i rischi relativi alla crisi greca e il possibile impatto anche sulla nostra economia.
Il Fmi ritiene che “gli avversi sviluppi in Grecia potrebbero avere un sostanziale impatto sull’Italia tramite effetti sulla fiducia, anche se l’esposizione diretta è limitata”, come limitati sono “i rischi di contagio nel breve termine”.
Il Fondo Monetario aggiunge che in Italia la ripresa è fragile. Il Fmi, prevede un Pil in crescita dello 0,7% nel 2015 e dell’1,2% nel 2016.
Comunque c’è apprezzamento per gli interventi promossi dal nostro Governo. Il premier Renzi ha avviato infatti “un’ambiziosa agenda per rivedere il sistema economico e politico italiano”.
Il Fondo incoraggia le misure di privatizzazione per migliorare l’efficienza del settore pubblico e chiede un’accelerazione su queste apprezzando in particolare l’operazione Enel.
Il rapporto deficit/pil arriverà al 2,7% quest’anno per scendere al 2,1% nel 2016; il debito salirà ancora, al 133,3% quest’anno, per tornare a scendere al 132,1% nel 2016.
Invece per l’Ocse nel 2014 il rapporto debito lordo/Pil dell’Italia è salito a quota 156%, contro il 142,95% del 2013 e il 110,63% del 2007. Il dato è il terzo più elevato dell’area Ocse, dopo Giappone e Grecia. L’Ocse taglia la previsione di crescita globale dal 4% al 3,1%. Abbassata anche la percentuale di crescita prevista per il 2016 al 3,8% dal 4,8%.
Inoltre l’Ocse evidenzia come l’Italia è, insieme a Grecia e Ungheria, il Paese dell’area Ocse dove i cittadini più poveri incontrano le maggiori difficoltà nel permettersi le spese mediche.
“In tutti i paesi europei le persone con bassi redditi nel 2013 hanno avuto una probabilità maggiore di riportare necessità mediche non curate rispetto alle persone con alto reddito e questo gap è particolarmente elevato in Ungheria, Italia e Grecia”, l’Ocse aggiunge che “il motivo più comune citato è rappresentato dai costi”.
L’Italia – sottolinea ancora l’Ocse – è inoltre uno di quei Paesi dove la quota totale della spesa per il welfare è aumentata dall’inizio della crisi (toccando il 41,3% nel 2013) a causa del forte aumento della disoccupazione.
Nel 2014, il rapporto debito lordo/Pil dell’Italia è salito a quota 156%, contro il 142,95% del 2013 e il 110,63% del 2007, rileva sempre l’Ocse.
Infine ci sono anche i dati forniti da Eurostat sulla spesa della pubblica amministrazione nell’Eurozona. Nel 2014 questa ha raggiunto 4.961 miliardi, il 49% del Pil contro il 49,4% nel 2013. Tra gli Stati Ue, si passa da una percentuale inferiore al 35% del Pil in Lituania e Romania a oltre il 57% di Finlandia, Francia e Danimarca. L’Italia è al 51,1% nella spesa per la pubblica amministrazione. I cali maggiori nella spesa rispetto al 2013 si evidenziano in Grecia -10,7% e Slovenia -9,9%.

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