Catapano Giuseppe osserva: Lavoro, Rossi su decreti delega

Si sono tenute il 7 luglio le audizioni sui decreti delega lavoro di rappresentati della Conferenza delle Regioni presso le commissioni lavoro della Camera e del Senato.
Ai due appuntamenti hanno partecipato Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, regione che coordina la Commissione lavoro per la Conferenza delle Regioni, Valentina Aprea, assessore all’istruzione formazione e lavoro della Regione Lombardia, Lucia Valente, assessore al lavoro della Regione Lazio, Sebastiano Bruno Caruso, assessore alla famiglia, politiche sociali e lavoro della Regione Siciliana.
“Le Regioni, da tempo, hanno delineato una loro proposta di riorganizzazione dei servizi per il lavoro che superi la frammentazione oggi esistente”, ha ricordato il presidente della Toscana che ha preannunciato l’invio di un documento in sede di Conferenza Stato-Regioni che sarà definito nei prossimi giorni.
“Personalmente – ha spiegato Rossi – sono convinto che la previsione di una rete nazionale dei servizi per il lavoro, articolata su un’Agenzia nazionale e su strutture regionali, recepisca, in linea generale, l’organizzazione proposta dalle Regioni, perché potrebbero comunque essere salvaguardate la programmazione e la gestione dei servizi e delle politiche attive”.
Esistono però alcuni problemi che il presidente della Toscana ha rappresentato ai deputati e ai senatori delle due commissioni. Primo fra tutti “l’indeterminatezza del percorso che sembra essere transitorio e non a regime”.
Rossi ha poi sottolineato l’inadeguatezza delle risorse che vengono messe a disposizione del riordino dei servizi: “non si può scaricare sulle Regioni l’onere del finanziamento dei servizi, onere che fino ad oggi era nella disponibilità dei bilanci delle Province, senza alcun trasferimento di tali risorse alle Regioni”.
Infine la questione del personale. “il decreto, pur sottolineando che le Regioni costituiscono i nuovi Centri per l’Impiego, e caricando su di loro i principali oneri finanziari, non trasferisce il personale dalle Province alle Regioni, determinando tra l’altro anche un problema di incertezza nella stessa gestione del personale. Motivi che testimoniano – ha concluso Rossi – la chiara esigenze di modifica del testo del Decreto Legislativo garantendo adeguate risorse ed il trasferimento del personale”.

Catapano Giuseppe: Fmi e Ocse su andamento economia

Il Fondo Monetario Internazionale riafferma i rischi relativi alla crisi greca e il possibile impatto anche sulla nostra economia.
Il Fmi ritiene che “gli avversi sviluppi in Grecia potrebbero avere un sostanziale impatto sull’Italia tramite effetti sulla fiducia, anche se l’esposizione diretta è limitata”, come limitati sono “i rischi di contagio nel breve termine”.
Il Fondo Monetario aggiunge che in Italia la ripresa è fragile. Il Fmi, prevede un Pil in crescita dello 0,7% nel 2015 e dell’1,2% nel 2016.
Comunque c’è apprezzamento per gli interventi promossi dal nostro Governo. Il premier Renzi ha avviato infatti “un’ambiziosa agenda per rivedere il sistema economico e politico italiano”.
Il Fondo incoraggia le misure di privatizzazione per migliorare l’efficienza del settore pubblico e chiede un’accelerazione su queste apprezzando in particolare l’operazione Enel.
Il rapporto deficit/pil arriverà al 2,7% quest’anno per scendere al 2,1% nel 2016; il debito salirà ancora, al 133,3% quest’anno, per tornare a scendere al 132,1% nel 2016.
Invece per l’Ocse nel 2014 il rapporto debito lordo/Pil dell’Italia è salito a quota 156%, contro il 142,95% del 2013 e il 110,63% del 2007. Il dato è il terzo più elevato dell’area Ocse, dopo Giappone e Grecia. L’Ocse taglia la previsione di crescita globale dal 4% al 3,1%. Abbassata anche la percentuale di crescita prevista per il 2016 al 3,8% dal 4,8%.
Inoltre l’Ocse evidenzia come l’Italia è, insieme a Grecia e Ungheria, il Paese dell’area Ocse dove i cittadini più poveri incontrano le maggiori difficoltà nel permettersi le spese mediche.
“In tutti i paesi europei le persone con bassi redditi nel 2013 hanno avuto una probabilità maggiore di riportare necessità mediche non curate rispetto alle persone con alto reddito e questo gap è particolarmente elevato in Ungheria, Italia e Grecia”, l’Ocse aggiunge che “il motivo più comune citato è rappresentato dai costi”.
L’Italia – sottolinea ancora l’Ocse – è inoltre uno di quei Paesi dove la quota totale della spesa per il welfare è aumentata dall’inizio della crisi (toccando il 41,3% nel 2013) a causa del forte aumento della disoccupazione.
Nel 2014, il rapporto debito lordo/Pil dell’Italia è salito a quota 156%, contro il 142,95% del 2013 e il 110,63% del 2007, rileva sempre l’Ocse.
Infine ci sono anche i dati forniti da Eurostat sulla spesa della pubblica amministrazione nell’Eurozona. Nel 2014 questa ha raggiunto 4.961 miliardi, il 49% del Pil contro il 49,4% nel 2013. Tra gli Stati Ue, si passa da una percentuale inferiore al 35% del Pil in Lituania e Romania a oltre il 57% di Finlandia, Francia e Danimarca. L’Italia è al 51,1% nella spesa per la pubblica amministrazione. I cali maggiori nella spesa rispetto al 2013 si evidenziano in Grecia -10,7% e Slovenia -9,9%.

Catapano Giuseppe osserva: Avvocati, un appello a Orlando

Un intervento del ministro della giustizia per risolvere il caos elezioni degli ordini forensi. Su 101 consigli rinnovati, infatti, in 20 hanno sporto reclamo elettorale dinanzi al Cnf. E i restanti sono in regime di prorogatio, con limiti allo svolgimento delle attività amministrative. L’indicazione unanime a via Arenula, dopo la sentenza del Tar dello scorso giugno, è arrivata ieri in occasione dell’Agorà degli ordini forensi, promossa dal Consiglio nazionale forense come luogo di confronto istituzionale per le questioni di interesse dell’avvocatura. La richiesta, da parte dei rappresentanti delegati dei consigli degli ordini dei 26 distretti di Corte d’appello, è stata di garantire al sistema ordinistico la necessaria stabilità con l’assunzione di un indirizzo che risolva in maniera definitiva e senza margini di incertezza le problematiche derivanti dalla sentenza Tar, che ha annullato alcune previsioni del regolamento del ministero della giustizia di disciplina delle elezioni dei consigli degli ordini, per la mancata previsione del «voto limitato». La preoccupazione degli ordini è stata raccolta dal Cnf che si è impegnato a riportarla al ministero. I lavori dell’Agorà si sono concentrati poi su altre questioni di interesse per la professione: l’assetto del nuovo sistema disciplinare; le problematiche collegate alla difesa d’ufficio e patrocinio a spese dello stato, con i progetti di collaborazione tra Cnf, Cassa e il ministero della giustizia per risolvere l’arretrato nella liquidazione dei compensi degli avvocati; l’analisi dei diversi regolamenti attuativi della riforma forense; i disegni di legge attualmente in parlamento, quali «concorrenza» e riforma del processo civile.

Catapano Giuseppe: Farmaci da banco online

Dal 1° luglio vendita online dei farmaci da banco. In questa prima fase, la vendita a distanza è consentita solo a farmacie e negozi che hanno già titolo alla vendita di farmaci, che rispondano ai requisiti di base stabiliti dalla normativa sulla vendita a distanza. Tutto questo grazie all’entrata in vigore della direttiva europea 2011/62/Ue su medicinali falsificati e recepita nel nostro paese con il dlgs del 19 febbraio 2014 n. 17. Il ministero dello salute intanto sta per emanare un decreto che definirà il logo identificativo nazionale per gli operatori che intendano effettuare la vendita online di medicinali. Tale logo, conforme alle indicazioni definite dall’Unione europea, avrà la funzione di garantire che il venditore online sia un soggetto che abbia già titolo a commerciare farmaci ai sensi della normativa vigente. Il logo sarà chiaramente visibile nei siti web per la vendita a distanza al pubblico di medicinali. Il ministero della salute, nell’ambito delle risorse disponibili a legislazione vigente e senza nuovi o ulteriori oneri per la finanza pubblica, promuoverà iniziative, anche in collaborazione con l’Unione delle camere di commercio, al fine di assicurare l’identificazione dei siti internet tramite i quali le farmacie effettuano vendita di farmaci online. Relativamente al trasporto dei medicinali venduti online, esso sarà effettuato nel rispetto delle linee guida in materia di buona pratica di distribuzione. L’Aifa, l’agenzia del farmaco, il ministero della salute, di intesa con l’agenzia delle dogane e dei monopoli, le regioni e le province autonome secondo le rispettive competenze, in conformità alle direttive e alle raccomandazioni dell’Unione europea, adotteranno le opportune misure e vigileranno affinché la produzione, l’importazione e la distribuzione sul territorio nazionale delle sostanze attive, ivi comprese quelle destinate all’esportazione, siano conformi alle norme di buona fabbricazione e alle linee guida in materia di buona pratica di distribuzione delle sostanze attive.

Giuseppe Catapano comunica: Diritti d’imbarco aereo nell’imponibile IVA

Secondo quanto stabilito dall’articolo 1 della Legge n. 324/1976 in materia di diritti d’imbarco per l’uso di aree aeroportuali, il movimento degli aeromobili privati e delle persone negli aeroporti nazionali aperti al traffico aereo civile è assoggettato al pagamento, in favore delle compagnie di gestione aeroportuale, di un “diritto d’imbarco per passeggeri”, il quale, a norma del successivo articolo 5, “…è dovuto direttamente dal vettore che se ne rivale nei confronti del passeggero”. Secondo quanto precisato dalla Corte di Cassazione nella sentenza n. 418/2015, il pagamento dei diritti d’imbarco da parte del vettore, poi oggetto di rivalsa nei confronti dei passeggeri attraverso la vendita dei biglietti aerei, integra un elemento di costo direttamente connesso alla prestazione del servizio di trasporto e, quindi, concorre a formare l’imponibile IVA. Tale affermazione trova fondamento nell’art. 78 della direttiva 2006/112/Ce del 28 novembre 2006 (di rifusione della VI direttiva Iva n. 388/1977 attuata dall’art. 13, comma 1, del D.P.R. n. 633/1972), secondo cui, in via generale, la base imponibile delle operazioni comprende anche “le imposte, i dazi, le tasse e i prelievi, ad eccezione della stessa imposta sul valore aggiunto”.

Catapano Giuseppe osserva: Fatture false. Reato di dichiarazione fraudolenta per qualunque dichiarazione

La bozza di decreto legislativo attuativo delle Delega fiscale che riforma la disciplina dei reati tributari estende il reato di dichiarazione fraudolenta mediante l’utilizzo di false fatture a tutte le dichiarazioni ai fini delle imposte sui redditi e dell’Iva, non più solo a quelle annuali. Attualmente, infatti, l’art. 2 del D.Lgs. n. 74/2000 punisce con la reclusione da un anno e sei mesi a sei anni coloro che, al fine di evadere le imposte sui redditi o l’IVA, avvalendosi di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, indicano in una delle dichiarazioni annuali elementi passivi fittizi. Nel consegue che, con il decreto di riforma, che abroga la parola «annuale» dal testo, il delitto scatterà con l’inclusione di elementi passivi fittizi derivanti da fatture false non solo nelle dichiarazioni annuali ma in qualunque dichiarazione. Si tratta di capire quali possano essere queste dichiarazioni (non annuali).

Giuseppe Catapano informa: Pensioni, lusso di stato

Nel 1995 la riforma Dini sancisce il logico principio che una pensione sia calcolata sui contributi versati e non sullo stipendio percepito, ma lascia una grande lacuna perché tale principio sarebbe stato applicato
solo a coloro che venivano assunti dopo il 1995. Per coloro che avevano maturato più di diciotto anni di lavoro rimaneva il metodo retributivo totale, mentre per chi ne aveva di meno ci sarebbe stato un calcolo pro rata. Sono passati venti anni dalla riforma Dini e in questo periodo le pensioni di lusso rappresentano ancora la quasi totalità delle pensioni.
Solo una piccolissima percentuale (circa il 10%) percepisce pensioni con il metodo contributivo puro, con importi veramente miseri se paragonate a quelle maturate con il metodo retributivo. La spesa pensionistica, nonostante la riforma Dini, è aumentata, perché era rimasto il peccato originale della lacuna lasciata e ancora oggi assistiamo, oltre allo scandalo dei vitalizi alla casta, a pensionati che hanno già percepito il doppio, il triplo e fino a dieci volte i contributi versati. Questa situazione è ingiusta e deve essere corretta subito. I poveri giovani non possono continuare a versare contributi per pagare le pensioni d’oro calcolate con il metodo retributivo, sapendo, senza ombra di dubbio, che le loro saranno veramente misere.
Questa situazione investe in pieno i lavoratori autonomi della gestione separata che si sono resi già conto, con i primi pensionamenti, della triste realtà. Realtà che scopriranno in tanti con la possibilità per tutti di effettuare la propria proiezione pensionistica, fortemente voluta dal neopresidente dell’Inps, Tito Boeri. Il problema deve essere affrontato e i diritti acquisiti se «sproporzionati» vanno «riproporzionati» in una giusta visione di equità sociale. In tal senso si sono già espressi grandi conoscitori della materia pensionistica ed economisti del calibro di Tiziano Treu, Cesare Damiano, Michele De Lucia, Giuliano Cazzola, Renata Polverini, Ignazio Marino e non da ultimi Tito Boeri e Mario Baldassarri. L’Ancot che si batte da tempo per una previdenza più equa anche con il Colap e con la neo costituita Federazione dei tributaristi, è stata invitata a Palermo al «Festival del lavoro», un convegno indetto dai Consulenti del lavoro. Molto caldo il tema della tavola rotonda: «Un futuro a mezza pensione». Anche in questa occasione daremo il nostro modesto contributo alla soluzione dell’annoso e grande problema della previdenza.
Ci auguriamo che l’occasione di tale evento possa essere veramente propositivo per il governo che sta
mostrando vivo interesse per una riforma della previdenza con diversi suoi esponenti e con il premier Matteo Renzi in prima persona. Un sentito ringraziamento al presidente Marina Calderone, a Vincenzo
Silvestri e a tutto il Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro per il gradito invito.