Catapano Giuseppe: Immigrati, Napolitano alla Ue – aberrante che lasci sola l’Italia. Ripartizione, si tratta ancora

I toni sono lontani da quelli usati durante la presidenza della Repubblica, le parole rivolte da Giorgio Napolitano alla Ue sull’emergenza immigrazione non fanno tanti giri per arrivare al nocciolo della questione. “Come si può pensare che solo perché trovano più vicina la sponda siciliana debbano essere trovate soluzioni per tutti in Italia e non nel resto d’Europa o solo in alcune parti d’Italia? E’ aberrante dal punto di vista morale e etico e come membri della comunità internazionale”, ha detto l’ex presidente della Repubblica in un’intervista ad Agorà parlando del problema dei migranti. “Io non parlo da meridionale ma da persona legata a principi etici e a codici internazionali – spiega Napolitano – perché esiste una normativa internazionale e cogente per garantire asilo alle persone che fuggono da guerra e persecuzioni, il problema dei rifugiati non si discute, bisogna dargli rifugio e come si può dire lì si, da noi no? E’ un’aberrazione”. Secondo il presidente emerito “si sono logorati i valori di solidarietà, i valori di unità nazionale: non può un qualsiasi presidente di regione dare direttive a prefetti e sindaci, c’è disordine istituzionale, si è logorata la solidarietà, abbiamo avuto una regressione di valori in buona parte dell’opinione pubblica, serve un ritorno forte di solidarietà che deve velere in italia e in Europa. Oggi tutti i paesi europei devono confrontarsi con le politiche di accoglimento e riconoscimento in casa propria dell’asilo a chi ne ha diritto”.
Ma per il ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Paolo Gentiloni, “bisogna lavorare per regolare la situazione. Stiamo lavorando e mi pare che la situazione si stia normalizzando”. Lo ha affermato il entrando alla settima conferenza Italia-America Latina e Caraibi riferendosi al fenomeno dell’immigrazione. Secondo il ministro “bisogna battersi in Europa per ottenere dei risultati. Ci auguriamo che i primi passi raggiunti a Berlino e in Marocco possano sfociare in un accordo. La strada è aperta ma non è semplice. Credo che ci si possa puntare”.
Anche da Gentiloni, poi, un appello alla Ue: “Il fenomeno migratorio, se regolato in modo serio – e in questo l’Italia e l’Europa devono lavorare insieme – è un fenomeno che ci può arricchire e non va presentato solo come fonte di minaccia e paura”.
intanto, i paesi dell’Unione europea che si oppongono al principio della redistribuzione obbligatoria degli immigrati dovranno scontrarsi con la determinazione della Commissione nel ribadire la sua proposta “fino all’ultima parola”, come ha ribadito anche oggi il portavoce della Commissione, e con una maggioranza di paesi, fra cui Francia e Germania, che invece sono a favore di una decisione al più presto. La discussione dei ministri degli Interni prevista per martedì prossima a Lussemburgo non sarà l’ultima occasione di confronto; i paesi baltici, quelli dell’Est, Spagna e Portogallo, secondo quanto riferisce una fonte diplomatica, martedì chiederanno che l’agenda della Commissione europea sull’immigrazione preveda che la condivisione della responsabilità sull’accoglienza sia su base volontaria. In realtà, non è previsto che una decisione formale sia presa già martedì. In quella sede, secondo quanto deciso dai capi di Stato e di governo nel vertice straordinario del 23 aprile, dopo l’ultima strage di migranti al largo delle coste libiche, i ministri degli Interni dovranno piuttosto stabilire una linea sulla proposta della Commissione, “risposta concreta e operativa” all’emergenza, che la presidenza lettone si incarica di riferire ai leader al consiglio europeo del 25 e 26 giugno. Inoltre, a meno che non si ritorni alle vecchie regole di voto che prevedono la possibilita’ di una “minoranza di blocco”, la maggioranza qualificata è comunque sicura.
Dunque, la Commissione europea continua a pensare che la sua proposta legislativa per affrontare l’emergenza immigrazione debba essere attuata “al piu’ presto” e la difenderà “fino all’ultima parola”. Lo ha detto il portavoce Margaritis Schinas, di fatto escludendo che Bruxelles abbia deciso di fare marcia indietro sull’obbligatorietà della redistribuzione di 40 mila migranti arrivati in Italia e Grecia dopo il 15 aprile. “C’è un’emergenza nel Mediterraneo che è sotto gli occhi di tutti – ha aggiunto Schinas – non dobbiamo spiegare una situazione evidente.
Aspettiamo di vedere come vanno le discussioni fra gli Stati della prossima settimana, i tempi dell’approvazione dipendono dal Consiglio”.

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